Il Fatto Quotidiano: “Le panzane dei Napolitano”, Il Giornale: “Perde le staffe…”

ROMA – “Il Quirinale si sente assediato”, “Le panzane di Napolitano”, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano, da destra e da sinistra Napolitano viene “assediato” dai giornali italiani. Ieri (22 ottobre), il comunicato, 4 righe in cui si smentisce qualsiasi accordo con Berlusconi per la grazia.

Un comunicato durissimo: “Solo ‘il Fatto Quotidiano’crede alle ridicole panzane come quella del ‘patto tradito’ dal presidente Napolitano. La posizione del presidente della Repubblica in materia di provvedimenti di clemenza è stata a suo tempo espressa con la massima chiarezza e precisione nella dichiarazione del 13 agosto scorso”.

Il Giornale: "... E Napolitano perde le staffe"
Il Giornale: “… E Napolitano perde le staffe”

Il Giornale oggi titola: “Il Quirinale si sente assediato. E Napolitano perde le staffe”. Massmiliano Scafi scrive:

Un solo messaggio, due de­stinatari: chi pensa che stia bri­gando per aiutare il Cavaliere e chi è sicuro che invece lo stia fre­gando. Ma la nota segnala an­che una novità: per la prima vol­ta King George forse è in difficol­tà.
Lord Protettore, commissa­rio straordinario, supplente ma­ximo di una politica che ha abdi­cato, unico presidente ad esse­re rieletto, anzi plebiscitato. Dal dicembre 2010 c’è uno solo al comando. Da un mesetto quell’uomo è un po’ più solo e un po’ meno al comando della situazione, viste le traversie del governo Letta e delle larghe inte­se. Persino il costituzionalista Michele Ainis, in genere molto apprezzato lassù, sostiene che «attorno a Napolitano si sta sca­vando un vuoto».

Il Fatto Quotidiano: "Le panzane di Napolitano"
Il Fatto Quotidiano: “Le panzane di Napolitano”

Il Fatto Quotidiano, in prima pagina, spara: Le “panzane” di Napolitano. Fabrizio d’Esposito va alla carica:

Ed è quel vuoto  che innervosisce tantissimo  Napolitano. Con un timore:  cosa succederà quando B. sarà  dichiarato decaduto da Palazzo  Madama? Dalla corte berlusconiana,  che oggi dovrebbe  tornare a Roma, forse, dicono:  “Abbiamo perso il conto di  quante volte, nei mesi scorsi,  Gianni Letta è stato ricevuto al  Colle. Chissà, forse il presidente  teme di essere sbugiardato  da Berlusconi”. Santanchè  (e Fatto ) a parte, è stato  infatti proprio il Cavaliere, all’inizio  di ottobre, a mettere  nero su bianco i termini della  questione sulla sua condanna.  Dalla lettera al settimanale  ciellino Tempi di Luigi Amicone:  “Enrico Letta e Giorgio  Napolitano avrebbero dovuto  rendersi conto che, non ponendo  la questione della tutela  dei diritti politici del leader del  centrodestra nazionale, distruggevano  un elemento essenziale  della loro credibilità e  minavano le basi della democrazia  parlamentare. Come  può essere affidabile chi non  riesce a garantire l’agibilità politica  neanche al proprio fondamentale  partner di governo  e lascia che si proceda al suo  assassinio politico per via giudiziaria”.  Ecco, dal suo punto  di vista, Berlusconi ha chiesto  di onorare i patti iniziali delle  larghe intese. Adesso, però, le  manovre per accantonarlo e  ridurlo al ruolo di padre nobile  di un centrodestra alfanizzato,  perdipiù con Casini, lo rendono  cupo, pessimista e volubile.

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