ROMA – Guardate la foto in fondo all’articolo. Ci sono due elementi. Uno usuale, almeno per chi vive a Roma, l’altro decisamente inusuale. L’elemento usuale è quello dei cassonetti pieni all’inverosimile: l’eccezione, a Roma, è che siano vuoti. Quello inusuale sono i maiali (e non è metafora, ma tassonomia zoologica) che tranquillamente pasteggiano rovistando tra i rifiuti.
Non succede in campagna, ai margini di qualche bosco. Succede a Roma, capitale d’Italia. Precisamente succede a Boccea, periferia nord di Roma. Così si è ridotta la capitale d’Italia: col pasto dei maiali in strada. Per questo i romani pagano le tasse.
Maiali che banchettano tranquillamente. Succede in una città che tutto avrebbe per essere ricca e che invece rischia il default perché un decreto legge apposito, il Salva Roma è stato fatto decadere su pressioni del Capo dello Stato perché era diventato (e qui è metafora) un trogolo.
Ma Roma è la città dove si paga l’Irpef dei record. La più alta d’Italia. Che potrebbe aumentare di nuovo, nel 2014. Perché aumentare l’addizionale Irpef è più facile che tagliare. Non solo: l’Ama, la municipalizzata che i rifiuti su Roma dovrebbe raccogliere e avviare allo smaltimento (quella semplice operazione che consentirebbe di non avere i cassonetti trasformati in mangiatoie per maiali) è una di quelle imprese che costano (stima di Confindustria) in tutto allo Stato 23 miliardi l’anno (poco meno di sei volte il famigerato gettito Imu).
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