NEW DELHI – Le due cugine di 14 e 15 anni trovate impiccate in maggio ad un albero di mango nello Stato indiano di Uttar Pradesh potrebbero non essere state violentate come si sostenne all’epoca. E’ quanto suggeriscono i risultati di uno studio del Dna, delle vittime e dei presunti colpevoli, concluso da pochi giorni e che è in mano ora alla polizia criminale (Cbi) che segue il caso. La stampa indiana ha riferito che il centro medico Cdfd di Hyderabad che ha studiato 38 campioni di Dna prelevati dai vestiti e dai corpi, sia della ragazze decedute sia dei presunti colpevoli, non ha rilevato tracce di Dna maschile sugli oggetti femminili, e viceversa, facendo escludere quindi la violenza sessuale e perfino un semplice contatto fisico ravvicinato.
Questa ipotesi contrasta fortemente con quanto certificato da una commissione di tre medici che il 28 maggio a Badaun mise per iscritto l’esistenza di evidenti e gravi ferite negli organi genitali di entrambe le giovani. I risultati delle analisi sono stati accolti con sollievo dagli imputati in carcere – i fratelli Pappu Yadav, Awadesh Yadav e Urvesh Yadav, e i poliziotti Chhatrapal Yadav e Sarvesh Yadav – ma adesso la parola passa alla commissione di tre medici che dovra’ pronunciarsi in modo definitivo su quanto avvenne prima dell’impiccagione delle cuginette.