GENOVA – La Costa Concordia è tornata a Genova. Il relitto della nave da crociera è rientrato dove aveva visto la luce, al termine di un lungo corteo funebre che ha percorso i suoi ultimi chilometri tra tuoni, lampi e schizzi di pioggia.
Questa la scaletta dell’ultimo giorno di viaggio della Costa Concordia, come scandita dal Secolo XIX di Genova:
ore 5.30 – La Concordia trainata dai 2 rimorchiatori d’altura, con la prua puntata verso Pegli, è arrivata alla distanza di 2,5 miglia nautiche circa; a bordo sono saliti i piloti del porto e la prua è stata girata verso Vesima
ore 7.30 – Durante il tragitto, i 2 rimorchiatori di poppa portuali saranno attaccati e inizierà la sostituzione dei 2 rimorchiatori d’altura di prua
ore 9-10 – Dopo il taglio dei 2 cavi dei rimorchiatori d’altura subentreranno i rimorchiatori portuali di prua, uno alla volta; a poco meno di un miglio di distanza dalla punta di ponente della diga, la Concordia sarà frenata da poppa e cambierà direzione
ore 10-12 – Ai 4 rimorchiatori presenti se ne affiancheranno altri 4 in corrispondenza dei quattro cassoni di galleggiamento agli angoli della nave, per garantire il posizionamento in parallelo alla diga nella fase di entrata nel porto
ore 12-14 – I 2 rimorchiatori di sinistra si staccheranno e la nave sarà portata in abbriviosino alla collocazione definitiva, con i rimorchiatori di prua ad “aggiustare” la posizione
ore 14-15 – All’altezza del sesto modulo, quando la nave sarà ferma, i rimorchiatori di destra la spingeranno sino ai 6 distanziatori attaccati alla diga, dalle bitte saranno lanciati i cavi meccanici per l’ormeggio; in tutto la nave sarà assicurata da 15 cavi. In quella collocazione la Concordia dovrà rimanere per tutta la prima fase dello smantellamento, dunque per almeno 4 mesi.
La Costa Concordia era uscita 9 anni fa dai cantieri di Sestri Ponente luccicante come una pietra preziosa. Domenica notte è entrata nel porto di Pra-Voltri sporca di fango e malandata, senza più il fumaiolo giallo e con la scritta ‘Costa Concordia’ sulla fiancata sbiadita dal mare e dalla vergogna.
Soprattutto, è entrata in porto senza più un’anima, tenuta a galla da quegli enormi cassoni d’acciaio che si chiameranno pure ‘sponson’ ma che altro non sono che la trasfigurazione ingegneristica dei becchini che portano la bara.
Ci sono voluti 924 giorni per vederla di nuovo qui, grazie all’ingegno e alla competenza di una squadra composta da aziende private e pubbliche.
“Ci vorrà un po’ per capire fino in fondo l’impresa che abbiamo compiuto, ha detto non a caso il grande regista di questa operazione, Nick Sloane. Un’impresa realizzata da un gruppo fantastico che dimostra che quando le persone si mettono insieme si possono raggiungere traguardi straordinari”.
Quello iniziato il 23 luglio è stato l’ultimo viaggio. Un camminare a testa alta lungo 180 miglia, un tornare a sferzare il vento e a rompere le onde con quella prua tirata su a tutti i costi. Ci hanno provato anche i francesi, a fermarla, schierando le navi e un ministro a protezione delle loro coste. Ma lei non li ha degnati neanche di uno sguardo. E ci ha provato la natura, scatenando nella notte un temporale pieno di lampi, fulmini, vento di scirocco e onde alte due metri: la Concordia ha proseguito come se nulla fosse, solo rallentando un po’ l’andatura come fa all’ultimo chilometro il maratoneta ormai sicuro di vincere.
(Foto Ansa)
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