ROMA – Nel 2013 le condanne a morte eseguite sono state 778, contro le 682 del 2012. Un numero che non tiene conto delle esecuzioni capitali in Cina, dove la pena di morte è considerata segreto di Stato. Questi i dati raccolti da Amnesty International sulle condanne a morte eseguite in 22 Paesi, da Stati uniti e Indonesia a Kuwait, Nigeria e Arabia Saudita.
Enrcio Caporale su La Stampa spiega:
“Secondo il rapporto annuale di Amnesty International, nel cammino verso l’abolizione della pena di morte il 2013 ha fatto peggio del 2012. Con l’esclusione della Cina, quasi l’80% delle esecuzioni è stato registrato in tre Paesi (Arabia Saudita, Iran e Iraq), ma Amnesty non possiede i dati su Egitto e Siria, entrambi dilaniati da disordini e conflitti civili”.
Se le condanne a morte negli Stati uniti continuano a diminuire, spiega ancora Caporale, in Europa e Asia Centrale nessuna condanna è stata eseguita:
“la Bielorussia, infatti, unico Stato della regione a utilizzare la pena di morte, per la prima volta dal 2009 non ha eseguito sentenze capitali”.
Ecco la mappa delle condanne a morte eseguite nel 2013. I Paesi in nero sono quelli dove è in vigore la pena di morte e sono state eseguite condanne, mentre i Paesi in grigio scuro sono abolizionisti de facto e quelli in grigio chiaro hanno abolito la pena capitale per i reati minore. Totalmente abolizionisti invece i Paesi in bianco.
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