Lettera drammatica di un operaio cinese trovata in una confezione di decorazioni

ROMA – “Sir, se ha acquistato questo prodotto vi preghiamo di inviare questo appello all’Organizzazione Mondiale Human Right Watch“. Così inizia la lettera ritrovata in una confezione di decorazioni da Julie Keith, una 42enne residente in Oregon. Lettera scritta, probabilmente, da un operaio di Masanjia, a Shenyang, in Cina.

“Migliaia di persone – si legge nella lettera – che sono state perseguite dal Partito Comunista la ringrazieranno e la ricorderanno per sempre. In caso contrario continueremo ad essere torturati”. Lettera vera o solito fake dei Social Network?

Il direttore cinese di Human Rights Watch, Sophie Richardson, ha dichiarato al giornale The Oregonian che l’origine o l’autenticità della lettera non può ancora essere confermata. “Certamente però – continua Richardson siamo a conoscenza delle condizioni di lavoro dure descritte nella lettera”. Julie Keith è invece sicura: “E’ autentica”. 

Nella lettera, l’operaio denuncia anche la paga che sono costretti ad accettare: appena 10 yuan al mese, pari a 1 dollaro e 61 centesimi.

La lettera dell’operaio cinese

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