ROMA – Ci sono i tradizionali simboli taroccati e ci sono anche i politici “veri” che creano liste che nulla, almeno apparentemente, hanno a che vedere con i loro partiti. Il giorno della presentazione delle liste al Viminale, insomma, si trasforma come da prassi in un grottesco “famolo strano”.
Lo fa decisamente strano Roberto Calderoli, leghista da sempre, che prima ancora che venga depositato il simbolo ufficiale della Lega (tutto previsto per sabato pomeriggio) si presenta al viminale con un partito e un simbolo tutto suo. Croce lombarda rossa su sfondo bianco e scritta “Maroni presidente”. Tutto abbastanza nella norma se non fosse per un dettaglio: che almeno fino ad ora la lista Maroni presidente non ha nessun legame di parentela né con la Lega “vera” né con il Pdl.
Calderoli, l’uomo delle mille bozze di legge elettorale, oltre che “padre” del Porcellum con cui si vota, rimane sul vago, si limita a dire che tutto “sarà chiarito domani alle 16”. Quando anche il simbolo leghista sarà stato depositato. Intanto resta il dubbio sul significato politico della manovra.
Dubbi che non ci sono sugli altri “strani” della tenzone. C’è chi si è accampato davanti al Viminale qualche ora prima di Beppe Grillo e mentre il portavoce dei Cinque Stelle chiacchierava amichevolmente con i militanti di Casapound, gli ha soffiato il simbolo, presentandone uno praticamente identico, privo solo dell’indirizzo del blog Beppegrillo.it.
Dalle liste “strane” sopresa anche per Mario Monti. Perché c’è una lista che vuole un Monti premier che con il professor Mario Monti nulla c’entra. E’ la lista Per l’Europa Monti presidente. Solo che il presidente in questione si chiama Samuele Monti e viene da Venaria (Torino), è consigliere comunale di una lista civica a Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo.
“Scippato” anche Antonio Ingroia. Da un’altra lista clone: uguale il nome “Rivoluzione civile”e quasi identico il simbolo, la contestata stilizzazione del Quarto Stato.
Ultimi a “farlo strano” sono quelli della lista “Io non voto”. Si presentano alle elezioni e se Aristotele non mente per “vincerle” non devono prendere neppure un voto. Accamperanno pretese di seggi in Parlamento?
I simboli elettorali. Al centro quello “tarocco” del Movimento Cinque Stelle (foto Ansa)
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