Lombardia, giorno delle dimissioni. Minetti firma e tace, Penati firma e “addio”

MILANO – Hanno firmato in 74 su 80. Una processione silenziosa, quella dei Consiglieri regionali della Lombardia, tutti in coda all’Ufficio protocollo per entrare, firmare le dimissioni e poi uscire.  Ha firmato Filippo Penati del Pd, annunciando contemporaneamente il suo addio alla politica. Non esattamente una “libera scelta” per un consigliere espulso dal Pd e indagato per l’affare delle tangenti del sistema Sesto. Ha firmato senza dire una parola Nicole Minetti.

Non hanno firmato, invece, in sei. Uno, Domenico Zambetti, oggettivamente impossibilitato a firmare perché in carcere, accusato di aver pagato i boss della ‘Ndrangheta per ottenere i voti. Non hanno firmato, ufficialmente per motivi istituzionali, Roberto Formigoni (che ha però indicato entro il 27 gennaio l’ultima data utile per il voto)  e Cecchetti.

Gli altri a non essersi dimessi sono Maullu e Camillo del Pdl, oltre all’Udc Bettoni. Non si tratta di automatico scioglimento, che avverrà tecnicamente quando l’Ufficio di presidenza ne prenderà atto e lo comunicherà al prefetto.

Di fatto il Consiglio regionale della Lombardia è sciolto con la maggioranza dei membri che si è dimessa, ma formalmente spetterà a una riunione dell’Ufficio di presidenza (che, a quanto si e’ appreso, dovrebbe essere convocata non prima di lunedi’) verificare che tutti gli atti, a partire dalle dimissioni di ogni singolo consigliere, siano stati compiuti regolarmente per prenderne atto.    Una volta preso atto di questo, il presidente del Consiglio regionale inviera’ comunicazione al prefetto, il quale potra’ iniziare l’iter per la convocazione delle elezioni. Il termine dei 90 giorni entro il quale indire la consultazione scattera’ comunque a partire da domani, cioe’ all’indomani della presentazione delle dimissioni al Protocollo del Pirellone.

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