BERGAMO – Non era uno sprovveduto Lorenzo Canini, 39 anni, ma un sub esperto e appassionato. Conosceva molto bene il lago d’Iseo come d’altra parte testimonia anche l’ultima foto postata su Facebook, 3 giorni prima di morire: lui, con la sua nuova attrezzatura addosso, immerso proprio in quelle acque.
Non è stata colpa di qualche prodezza, ma di una rete da pesca non segnalata. Lorenzo è morto impigliato in una rete, a 30 metri di profondità. Non l’ha salvato l’intervento tempestivo dell’istruttore che era con lui, che pure in 10 minuti era già fuori dall’acqua a chiamare i soccorsi. Non l’ha salvato la bombola d’emergenza portata proprio dai soccorritori.
L’ha intrappolato una rete lunga 60 metri e alta un metro, sottile e quindi pressoché invisibile nelle acque torbide del lago. Soprattutto: era una rete non segnalata, non c’era a galla la boa gialla che mette in guardia sub e altri frequentatori del lago.
E ancora: sulla rete mancavano anche i sigilli identificativi che permettono di risalire al proprietario. Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ai carabinieri di Tavernola il compito di condurre le indagini. I funerali di Lorenzo, papà di un bambino piccolo e sposato da pochi mesi, sono in programma lunedì alle 15 nella parrocchia di Ponteranica.