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Ricerca scientifica cinese e italiana sulle nanotecnologie aiutano a restaurare la Chiesa degli Scalzi a Venezia

Ricerca scientifica e arte, ricerca cinese e italiana sulle nanotecnologie alleate aiutano a preservare la pietra e a restaurare la storica Chiesa degli Scalzi a Venezia.

Così le moderne nanotecnologie sono applicate per restaurare antichi monumenti dell’arte italiana.

Un team di ricerca, guidato da scienziati della Northwestern Polytechnical University di Xian e del CNR-Istituto di Geoscienze e Risorse della Terra di Firenze, è intervenuto per consolidare le pietre di marmo di Carrara della facciata della chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia, importante esempio di architettura barocca veneziana del 1600.

La chiesa, famosa per la sua facciata in marmo che presenta intricati dettagli e sculture, ha subito nel luglio 2023 la caduta di un elemento in foglie di salvia rendendo necessario un progetto di restauro della facciata.

Il metodo all’avanguardia utilizzato per Santa Maria di Nazareth può essere replicato anche per la salvaguardia di altri monumenti del patrimonio culturale mondiale realizzati con un marmo simile a quello della chiesa, tra cui il Pantheon e la Colonna di Traiano a Roma e il Victoria Memorial di Londra, oltre a tante antiche sculture.

La ricerca, finanziata dal governo regionale del Veneto, dalla National Natural Science Foundation of Cina e dal programma di scambio di esperti stranieri “Belt and Road” promosso dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, ha scoperto che la combinazione di due prodotti di consolidamento comunemente usati (la nanosilice e il tetraetossisilano (TEOS)) garantiva il più alto effetto consolidante tra tutti i materiali testati.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science China Technological Science e rilanciato dal South China Morning Post. Gli autori hanno spiegato di aver utilizzato un metodo in due fasi per consolidare le pietre di marmo e di come questo stesso metodo possa trovare applicazione anche su pietre simili a quelle del progetto come le tavole di pietra. Questo metodo, inoltre, gode di un ampio margine di applicazione considerato il basso costo delle materie prime utilizzate e la facilità nel reperirle sul mercato, ha dichiarato Cao Yijian, autore principale dello studio e ricercatore presso l’Istituto di cultura e patrimonio della Northwestern Polytechnical University.

Gli autori hanno ricordato come il marmo di Carrara sia stato utilizzato fin dall’epoca degli antichi romani, e successivamente nei secoli, come materiale da costruzione per i palazzi dei reali e della nobiltà in Europa.

Secondo gli autori, la pietra della chiesa si è rovinata a causa dello sbalzo termico tra il giorno e la notte a Venezia, dell’alta umidità e dei forti venti marini. La città, infatti, è particolarmente soggetta ai cambiamenti climatici in quanto galleggiante. È costruita su circa 120 isole e collegata da più di 170 canali. 

L’agenzia culturale delle Nazioni Unite, l’Unesco, ha raccomandato di inserire Venezia nella lista dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo poiché la città rischia di subire danni “irreversibili” a causa di una serie di problemi tra cui l’innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale e destinato a far aumentare la frequenza e l’intensità delle inondazioni in città, così come il turismo di massa che mina il fragile equilibrio della città.

La cooperazione tra Cina e Italia per il restauro e la conservazione del patrimonio culturale risale agli anni ‘80 e Cao ha affermato che questa non sarà influenzata dall’intenzione dell’Italia di abbandonare la Belt and Road Initiative cinese.

Il Ministro della Difesa italiano Crosetto ha dichiarato a luglio che l’Italia “ha una questione da risolvere con la Belt and Road Initiative, senza voler compromettere le relazioni con Pechino”.

 

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