MILANO – “Anche se nella vita tu ci sei per tutti, non è detto che tutti ci siano per te”. E’ questa l’ultima traccia telematica di Maria Cristina Omes, 38 anni, moglie e mamma di due bambini, sgozzata in casa insieme ai due figli. Assassinata brutalmente forse per mano del marito, quello che sorride con lei nelle foto del matrimonio, nel 2008. Perché Carlo Lissi, 31 anni, ricercatore, è stato fermato dopo un ulteriore interrogatorio e portato in carcere a Pavia.
Maria Cristina è stata uccisa nella notte tra sabato e domenica, il marito ha raccontato di aver trovato in casa la famiglia uccisa a coltellata dopo aver passato la serata a vedere la partita della Nazionale con amici. Partita finita intorno alle 2 di notte, quando lui dice di essere rientrato.
La moglie e i figli Giulia e Gabriele, 4 anni e 20 mesi, erano stati accoltellati a morte. La donna in soggiorno, la figlia nella cameretta, il piccolo nel lettone di mamma e papà. Non è stato risparmiato neanche lui, il più piccolo, e non è stata ritrovata l’arma del delitto nemmeno a distanza. Poi alcune incongruenze, un rapporto tra marito e moglie non sereno. Tutto questo ha spinto gli inquirenti a fermare Lissi.
Poi, come in tante storie di cronaca, c’è Facebook: diario virtuale delle vite altrui, racconta parecchio di questa mamma all’apparenza felice, devota ai suoi bambini, impiegata in un’assicurazione. Le foto dei dolci nel forno, delle feste per i compleanni dei bambini, qualche post malinconico che, letto col senno di poi, potrebbe far pensare a una donna più sola di quanto facesse trasparire.
Lei 38 anni, lui 31, in un post di un anno fa tutta la gioia di aver realizzato un sogno che non credeva possibile: “Non credevo fosse possibile essere mamma fino a qualche anno fa…e tutto grazie al mio adorabile marito”. Quello che oggi è in carcere con l’accusa di averla uccisa insieme ai suoi stessi figli.
I commenti sono chiusi.