BERGAMO – Massimo Bossetti, dal carcere, ostenta sicurezza: “Cercate pure nei telefoni e nei pc: non troverete nulla, non ho ucciso io Yara”. Lo ha detto al suo avvocato, Silvia Gazzetti, che mercoledì lo ha raggiunto in carcere per parlargli dello sviluppo delle indagini.
Gli inquirenti stanno cercando prove: vogliono scavare nella vita di Bossetti alla ricerca di una traccia di Yara. E quindi anche nei computer e nei telefonini di cui l’uomo accusato di omicidio disponeva. Pare siano una decina solo i telefonini, probabilmente usati per motivi di lavoro o forse alcuni erano vecchi e inutilizzati. Fatto sta che ora è cruciale ricostruire quel 26 novembre 2010 quando Yara è sparita.
Mercoledì i legali di Bossetti hanno detto che l’uomo ha fornito una spiegazione a sostegno della sua innocenza che li ha completamente convinti. Bossetti a quanto pare avrebbe spiegato come può essere finito il suo Dna sugli slip e sui pantaloni della ragazza trovata morta il 26 febbraio 2011. Ma questa spiegazione, per ora, la sanno solo i suoi legali. (Foto Lapresse).