ROMA – Maurizio Gasparri propone via Twitter il boicottaggio nei confronti della Barilla. Ce l’ha, il vicepresidente del Senato, con la svolta gay friendly del colosso della pasta. Barilla, infatti, soprattutto negli Stati Uniti in materia di diritti degli omosessuali ha decisamente cambiato passo: copertura sanitaria ai dipendenti transgender e alle loro famiglie, finanziamento alle associazioni per i diritti dei gay.
Una svolta epocale se si considera che soltanto 12 mesi fa il patron Guido Barilla aveva candidamente spiegato che non avrebbe mai fatto una sua pubblicità con una famiglia gay. Allora si scatenò il putiferio e per giorni, su Twitter, spopolò l’hashtag #boicottabarilla. La cosa, col passare dei giorni è rientrata. E Barilla nel silenzio ha decisamente cambiato strategia. Che sia per convincimento o per ragioni economiche (anche i gay mangiano pasta, non sono pochi e portano quindi incassi) cambia poco.
Conta invece che il 12 mesi la Barilla ha ottenuto il placet della Human Right Campaign (che di diritti delle persone Lgbt si occupa) e un editoriale ben visibile in prima del Washington Post titolato: “Una ricetta per la ripresa: Barilla si redime nei confronti dei gruppi gay”.
Redenzione per il Washington post che diventa “epilogo patetico” di Guido Barilla secondo Gasparri. Ora il senatore propone su Twitter il boicottaggio:
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