ROMA – Un maxi cartellone con l’immagine di un embrione e il monito anti abortista: “Tu eri così a 11 settimane… E ora sei qui perché tua mamma non ti ha abortito”.
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E’ il manifesto dell’associazione ProVita affisso sula facciata di un palazzo a Roma nel quartiere Aurelio, che ha scatenato polemiche sui social e anche prese di posizioni politiche come quella delle consigliere dem del Campidoglio che hanno chiesto alla sindaca Virginia Raggi l’immediata rimozione.
La senatrice Pd Monica Cirinnà su Twitter lancia l’hashtag #rimozionesubito. La protesta però corre prima sui social: “Un ricatto morale”, “una vergogna”, “peggio dei talebani “, tanto per citare alcuni commenti di utenti Twitter.
Alcuni auspicano che il manifesto faccia la fine del “murales con Salvini e Di Maio che si baciano”, rimosso subito, altri ironizzano “benvenuti nel Medioevo”. In molti hanno segnalato il cartellone all’ufficio affissioni del Campidoglio. Col manifesto ProVita intende rilanciare, a 40 anni dalla legge 194 sull’interruzione di gravidanza, in 7×11 metri (queste le dimensioni del cartellone) la strenua filosofia antiabortista dell’associazione attraverso l’immagine di un feto e frasi tipo “il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento, già ti succhiavi il pollice, tutti i tuoi organi erano presenti”.
Resterà lì fino al 15 aprile, se non interverranno prima i tecnici del Comune. “Il maxi manifesto di Roma riporta l’attenzione sulla violenza e dramma di una condanna a morte prima di nascere”, cerca di spiegare il presidente di ProVita Toni Brandi. Contro il cartellone sono insorte le consigliere del Pd al Campidoglio, Michela Di Biase, Valeria Baglio, Ilaria Piccolo, Giulia Tempesta e da quella della Lista Civica Svetlana Celli. “Offende la scelta delle donne di abortire, una scelta, sempre sofferta e dolorosa, garantita dalla legge 194 che a maggio compirà 40 anni – spiegano le consigliere -. Si tratta di immagini che offendono la sensibilità anche di tutte le persone che hanno subito la fine di una gravidanza per i motivi più diversi. Difendere la vita con messaggi così crudi e violenti non appartiene alla storia delle donne, né della città. Per questo presenteremo oggi stesso una mozione per chiedere al Campidoglio la rimozione immediata di questi manifesti”.
Il Comune ha già avviato indagini e ha allertato la polizia locale sul caso. L’amministrazione in passato ha già interdetto la stessa associazione dall’affissione di simili manifesti, perché in contrasto con le prescrizioni previste dal Regolamento in materia di Pubbliche affissioni di Roma Capitale, che vieta espressamente “esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali”.