“Mi ammazzo per colpa delle banche”: mail di un imprenditore alla Stampa

ROMA – “Mi ammazzo per colpa delle banche”: lo ha scritto, in una mail inviata al quotidiano la Stampa, un imprenditore edile di Ivrea, sposato e padre di due figli, che in un ultimo e disperato appello racconta il suo dramma. “Dopo attente e lunghe riflessioni ho deciso di farla finita”, ha scritto l’uomo di 32 anni che si è visto sbattere la porta in faccia ben 13 volte prima di meditare l’insano gesto.

Per 13 volte ha bussato alla porta delle banche per chiedere un aiuto finanziario, per 13 volte la risposta è stata sempre la stessa: “No”. “Eppure tutti i direttori delle filiali a cui ci rivolgiamo ci dicono che abbiamo tutte le credenziali per ottenere quei soldi”.

Ho pronte quattro lettere affrancate – annunciava nella mail indirizzata alla redazione del quotidiano torinese – Le riceverete dopo la mia morte, spero che il mio estremo gesto di protesta possa essere raccontato e serva per scuotere gli animi e le coscienze. Sono certo che ciò creerà clamore e la mia famiglia sarà aiutata”.

L’uomo è stato infine salvato in extremis: la polizia lo ha raggiunto in brevissimo tempo e lo ha convinto a desistere, ma la sua storia è comune a quella di tanti altri lavoratori. Vittime del credit crunch, la stretta sul credito che assilla le Pmi in Italia, per cui le banche non concedono mutui e prestiti.

 

"Mi ammazzo per colpa delle banche", la mail di un imprenditore di Ivrea alla Stampa

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