NAPOLI – A Napoli è nata una nuova identificazione per la residenza: Isolato Nomadi. Riferisce Ilaria Urbani su Repubblica che la scoperta è stata fatta da una mamma del campo rom di Scampia: alla vista della prima carta d’identità del figlio, nato in Italia, è rimasta stupita. Alla voce residenza c’è scritto: Napoli, viale della Resistenza 185 Is. NOMADI.
“Sono rimasta a bocca aperta – ha raccontato la mamma a Ilaria Urbani di Repubblica – non sapevo cosa rispondere a mio figlio quando mi ha chiesto il motivo di questa scritta, lui ha la cittadinanza serba, ma è nato in Campania e non si è mai spostato da Napoli, perché definirlo così? Tra l’altro nomade non è sinonimo di rom. Ora mio figlio ha vergogna di mostrare il documento, eppure doveva essere una gioia ricevere la sua prima carta d’identità. Ci sentiamo ghettizzati, speriamo che il sindaco de Magistris intervenga al più presto per eliminare questa scritta razzista”.
Perplessità anche da parte delle associazioni “Compare/Centro Mammut” e “OsservAzione” che si occupano da anni della questione Rom e Sinti in Italia:
“Spero che la scritta isolato Nomadi venga rimossa al più presto dalle carte d’identità – spiega Francesca Saudino, presidente di OsservAzione – perché rappresenta e perpetua lo stigma contro i rom, ma soprattutto spero che non esistano più campi, villaggi o insediamenti per soli rom. L’amministrazione attuale ha ereditato e proseguito un progetto di un villaggio per 400 delle 800 persone che vivono nel campo rom di via Cupa Perillo- viale della Resistenza, finanziato con fondi Fesr ma che la Commissione Europea recentemente ha giudicato non in linea con i principi di inclusione sociale, spiegando che i fondi “non dovrebbero contribuire alla segregazione, isolamento ed esclusione” e che “gli investimenti in politiche abitative devono essere realizzati entro un approccio integrato”.
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