La nuova miss Giappone è ucraina. Polemiche sui social: “Non ha niente di giapponese”

Carolina Shiino, di genitori ucraini, è arrivata in nel Paese del Sol Levante quando aveva 5 anni e nel 2010 ha ottenuto la nazionalità giapponese.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Gennaio 2024 - 09:57| Aggiornato il 26 Gennaio 2024
miss giappone foto ansa

Foto Ansa

La vittoria di Carolina Shiino come Miss Giappone ha generato sui social network un dibattito sull’identità nazionale e sul concetto stesso di bellezza nipponica. La Shiino, 26 anni, è stata incoronata il 22 gennaio da una giuria di 30 giudici che hanno votato la “bellezza giapponese” tra 12 finaliste, prendendo in considerazione tre aspetti: umani, fisici e comportamentali.

Eletta miss Giappone, ma è ucraina

“È come un sogno. Nel momento in cui ho sentito il mio nome non sono riuscita a smettere di piangere”, ha detto Shiino nelle sue prime dichiarazioni sottolineando che finalmente ora si sente “pienamente riconosciuta come giapponese”. Shiino è arrivata in Giappone quando aveva 5 anni, adottata da una coppia di Nagoya dove è cresciuta e ha frequentato le scuole. Nel 2010 ha ottenuto la nazionalità giapponese. Il concorso Miss Japan Contest consente a qualsiasi donna single tra i 17 e i 26 anni che abbia la nazionalità giapponese di partecipare.

Divampa la polemica

“La discriminazione razziale non dovrebbe mai essere tollerata, ma se vogliamo competere per l’apparenza sotto il concetto di Miss Giappone, personalmente credo che dovrebbe essere secondo uno standard di bellezza giapponese” ha scritto la storica Hiroe Yamashita su X, in un post che ha ricevuto migliaia di like. “Contro il fisico di Carolina Shiino, un giapponese purosangue non ha alcuna possibilità di vincere secondo i moderni standard di bellezza”. La vittoria della modella Ariana Miyamoto all’edizione 2015 di Miss Universo Giappone ha scatenato un dibattito simile. Miyamoto, la cui madre era giapponese e padre afroamericano, suscitò scalpore e polemiche a causa della sua razza mista, e fu oggetto di molestie da parte di alcuni gruppi nazionalisti in uno dei Paesi più omogenei al mondo dal punto di vista razziale.