TORINO – Il pacco bomba che due giorni fa è stato recapitato presso la redazione del quotidiano la Stampa sarebbe opera degli anarchici. Una lettera che rivendica l’attentato, firmata dal Fai/Fri, Federazione Anarchico Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale, è stata recapitata alla redazione del Secolo XIX. Secondo la procura il documento è attendibile. La busta e il foglio dattiloscritto sono state sequestrate dalla polizia Scientifica e dalla Digos.
Contemporaneamente, venerdì mattina a Torino, durante una manifestazione del Fai contro gli arresti di tre anarchici, un’auto della redazione con a bordo l’autista, un cronista e un fotografo è stata colpita da un lancio di sampietrini. Un gruppo di anarchici col volto coperto si è staccato dal corteo per colpire la Bravo del giornale: ferito lievemente solo l’autista al braccio.
Ultimi, in ordine di tempo, i plichi esplosivi contro il direttore di Equitalia Roma, Marco Cuccagna (9 dicembre 2011), quello contro la Deutsche Bank di Francoforte (07 dicembre 2011) e l’Ambasciata greca di Parigi (12 dicembre 2011). Infine, il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi (7 maggio 2012), aveva segnato il salto di qualità, indicato da tempo nei proclami e nelle rivendicazioni degli attentati e nel dibattito interno tra le diverse componenti insurrezionaliste.
La pericolosità del FAI è rappresentata soprattutto dalla sua dimensione internazionale, grazie al collegamento ideologico ed operativo con altre realtà anarco-insurrezionaliste, in particolar modo greche, cilene e messicane; ma adesioni al nuovo cartello internazionale FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale sono giunte adesioni anche da Gran Bretagna, Russia, Indonesia e da tanti altri Paesi dove sono stati compiuti attentati con il logo FAI.