“Pensioni d’oro, tassarle non basta”. Giovannini propone: “Ma con quelle d’argento…”

ROMA – “Tassare le pensioni d’oro non basterà a riequilibrare la situazione a favore dei pensionati più poveri”. Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini avvisa quanti propongono una tassa sulle pensioni d’oro, quelle oltre i 20mila euro al mese, che la misura non sarebbe sufficiente.

“Diverso se sul piatto ci fossero anche le pensioni d’argento“, spiega poi il ministro in un’intervista a Fabio Carducci del Sole 24 Ore, cioè quelle pensioni tra i 5mila ai 20 mila euro. Infine parlando di uscite flessibili  il ministro lancia l’ipotesi di un “acconto sulla pensione“,  un sostegno economico da restituire quando si inizierà a prendere la pensione.

Il ministro Giovannini spiega a Carducci che intervenire solo sulle pensioni d’oro non ha senso:

“Ci dicono che le persone con pensioni molto elevate, dell’ordine dei 20mila o 50mila euro, sono solo qualche centinaio. Ho auspicato un intervento sulle pensioni d’oro in Parlamento al primo question time da ministro e lo ribadisco. Come questo intervento possa essere fatto in modo inattaccabile sul piano legislativo, le dimensioni e l’uso dei fondi liberati a favore dei redditi più bassi: questo è quello su cui stiamo lavorando. Ma se immaginiamo che “d’oro” voglia dire pensioni oltre 20 o 50mila euro, un intervento non genererebbe un riequilibrio di grandi dimensioni. Se invece si intervenisse anche sulle cosiddette “pensioni d’argento” è chiaro che il discorso potrebbe cambiare. Il punto vero è che non abbiamo una definizione di pensioni d’oro o di pensioni d’argento.

Oltre all’intervento sulle pensioni d’oro sono molte le ipotesi al vaglio del governo, spiega Giovannini al Sole 24 Ore, e tra queste vi è la proposta Damiano sulle uscite flessibili:

“La proposta ha costi molto alti, parliamo di svariati miliardi e, come abbiamo dichiarato con il ministro Saccomanni, noi non abbiamo nessuna intenzione di fare una controriforma delle pensioni: la riforma è stata un intervento molto rilevante e ha contribuito a mettere in sicurezza l’intera finanza pubblica italiana. Diverso sarebbe uno schema per cui, supponiamo, chi è a due-tre anni dal pensionamento e lascia il lavoro potrebbe per tale periodo ricevere un sostegno economico, che poi dovrà ripagare negli anni successivi: si tratterebbe di una sorta di prestito, senza costi aggiuntivi sul sistema pensionistico”.

LA TABELLA – Le parole di Giovannini sulle pensioni d’oro sono supportate dai dati mostrati dalla tabella del Sole 24 Ore. I pensionati in Italia che hanno ricevuto un assegno nel 2012 sono stati 16.553.152. Di questi ben il 99,18% riceve una pensione inferiore ai 5.291 euro, che implica come le pensioni di legno e di bronzo siano 16.396.853.

Le pensioni d’argento, cioè quelle tra i 5mila i 20mila euro invece sono lo 0,82%, con 127.291 pensionati che prendono assegni tra i 5.291 e i 10.101 euro, 7.654 pensionati con assegni tra i 10.101 e i 15.392 euro, mentre avvivinandosi alla soglia delle pensioni d’oro, con assegni tra i 10.101 e i 20.202, i pensionati sono solo 814.

Infine si arriva alle pensioni d’oro, con soli 249 pensionati con assegni tra i 20.202 e i 24.050 euro e 291 pensionati oltre i 24.050 euro. Numeri che da soli non riuscirebbero a riequilibrare la situazione.

La tabella del Sole 24 Ore:

Giovannini: "Tassa pensioni d'oro non basta, servono pensioni d'argento"

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