ROMA – Tre pilastri di gas e polvere che si ergono nella Nebulosa Aquila tra giovani stelle ancora in via di formazione. I “pilastri della Creazione”, così vennero chiamati nel 1995 quando il telescopio spaziale Hubble li fotografò. Oggi a 20 anni da quello scatto la Nasa ripropone la spettacolare foto, in occasione del 25° compleanno di Hubble, con nuovi dettagli e immagini ancora più nitide e definite, grazie a nuove osservazioni nello spettro degli infrarossi.
I Pilastri della Creazione sono costituiti da 3 colonne di gas freddi e polvere che si estendono per una distanza di 5 anni luce e si trovano a oltre 6500 anni luce da noi. A illuminare le tre colonne sono le stelle appena nate della Nebulosa Aquila, in astronomia detta M16.
Queste spettacolari colonne di gas però potrebbero non esistere più. Le foto di Hubble, che si trova a enormi distanze dalla nebulosa, rappresentano i pilastri come erano un migliaio di anni fa. In questo tempo, secondo uno studio de 2007, una supernova sarebbe esplosa nella nebulosa causando la distruzione dei pilastri, che per gli astronomi sarebbe avvenuto 6mila anni fa.
A testimoniare che le colonne di gas sono cambiate anche le nuove foto di Hubble, scattate a 20 anni di differenza, un tempo astronomico decisamente corto. Gli scienziati infatti hanno notato che in una zona queste colonne si sono espanse di 100 miliardi di chilometri, muovendosi ad una velocità di 725 chilometri orari.
Grazie all’utilizzo dell’analisi ad infrarossi, che permettono di penetrare nelle zone meno densi di gas e dare uno sguardo più profondo alla nebulosa, Hubble è stato in grado di mostrare il nuovo volto dei Pilastri della Creazione. Il Pilastro I, quello più a sinistra, è decisamente evanescente rispetto a 20 anni fa e quasi scompare, facendo intravedere con più nitidezza le stelle nella nebulosa.
Paul Scowen, della Arizona State University e ricercatore tra i primi ad osservare la Nebulosa Aquila insieme a Jeff Hester, ha commentato:
“Questa struttura è molto dinamica. Il gas non è passivamente riscaldato e sparso nello spazio. Le colonne di gas si stanno ionizzando, un processo che strappa gli elettroni dagli atomi, e stanno evaporando a causa delle radiazioni delle stelle più massive. I pilastri sono erosi anche dai forti venti stellari di particelle cariche, che stanno letteralmente spazzando via la cima delle colonne”.
Quando ha visto l’immagine per la prima volta, racconta Scowen, ha chiamato Hester e gli ha detto:
“Devi venire subito qui, abbiamo un’immagine sul tavolo e stiamo impazzendo per gli incredibili dettagli che vediamo per la prima volta”.
Per gli astronomi poter osservare la nebulosa M16 è molto importante: il nostro Sole si è formato oltre 4,6 miliardi di anni fa in una regione turbolenta proprio come quella della nebulosa Aquila. La nostra stella dunque si è formata da un ammasso che includeva stelle massive in grado di produrre intense radiazioni ionizzanti, proprio come nella nebulosa, spiega Scowen:
“Guardare lo sviluppo della Nebulosa Aquila o altre regioni in cui si formano le stelle significa guardare esattamente la nascita e l’evoluzione del nostro Sole”.
(Credit Photo: Nasa/Hubble)