ROMA – Era rimasto senza più niente. Solo, con due figli da mantenere e una manciata di penne da vendere. Ora si ritrova con un tesoro da 80mila dollari grazie a… una foto. E’ la toccante vicenda di Abdul, un profugo siriano. Una vicenda che comincia lontanissimo dalla Siria, in Norvegia. Là un attivista posta su Twitter una foto: si vede un papà con in braccio una bimba piccola addormentata e un pugno di penne in mano.
La foto è di quelle che colgono l’attimo, che per prodigio non possono lasciare indifferenti. E così nel giro di pochi minuti all’attivista arrivano centinaia di richieste di informazioni su chi sia l’uomo delle penne. Il punto è che lui non lo sa. E non sa neppure dove sia stata scattata la foto. Iniziano le ricerche e dopo 48 ore escono fuori un nome, un luogo e una storia. Il venditore di penne si chiama Abdul, è scappato dalla Siria, ha 35 anni e due figli. E non ha niente se non quelle penne da vendere. La foto viene da Beirut, vicino a un campo profughi.
Parte sul web la raccolta fondi per aiutare l’uomo delle penne: obiettivo 5mila euro. Arrivano in 30 minuti, poi ne arrivano altri 75mila. Abdul viene informato, scoppia a piangere. Dice che con quei soldi potrà far studiare i figli e aiutare altri profughi. Tutto grazie a una foto. E a chi ha ancora energia per aiutare profughi che troppo spesso restano senza nome, senza foto e senza aiuto.