ORLANDO – Una macchina si è schiantata nel bel mezzo di un corteo funebre di una delle vittime del massacro di Orlando, mandando due poliziotti all’ospedale. Il corteo funebre per Jean Carlos Mendez Perez stava viaggiando da una chiesa alla tomba di un cimitero di Kissimmee a sud di Orlando, quando una donna alla guida di un’auto ha cercato di aggirare il corteo funebre. Due agenti della contea di Osceola che si trovavano in moto per proteggere il corteo, sono stati portati in ospedale dopo l’incidente.
Uno ora è in condizione grave ma stabile. La polizia ha confermato che l’incidente non è stato compiuto da una militante anti-gay che fra l’altro non è rimasta ferita: ” La donna era solo molto impaziente” ha spiegato il portavoce della Florida Highway Patrol Kim Montesal Daily News.
Omar Seddique Mateen, il killer della strage di Orlando, aveva 29 anni, lavorava come guardia privata per la sicurezza, era stato sposato e aveva un figlio di tre anni. Odiava gli omosessuali ma soprattutto era un terrorista dell’Isis. E’ durata poco, rispetto ai fatti, l’incerta versione del padre (che poi si è scoperto essere un simpatizzante dei talebani). A detta del padre, infatti, tempo prima vedendo due omosessuali che si baciavano aveva avuto una reazione rabbiosa e violenta. Secondol’uomo la religione non avrebbe avuto nulla a che fare con la strage. La polizia Usa non gli ha creduto e da subito ha indagato su possibile radicalizzazione dell’uomo.
Anche perché c’erano troppi elementi a smentire quanto detto dal padre. Mateen, infatti, era noto all’Fbi ed era una delle cento persone sospettate di essere simpatizzanti dell’Isis sul radar dell’Fbi in Orlando. Il Daily Beast riferisce che Mateen divenne ‘persona di interesse’ nel 2013 e poi nuovamente nel 2014. Ad un certo punto, l’Fbi aprì anche un’indagine su di lui, ma poi chiuse la pratica quando non comparve nulla che suggerisse il proseguimento delle indagini. Fino a oggi. Quando Mateen ha ucciso 50 innocenti. E dopo averne presi in ostaggio alcun ha chiamato la polizia per inneggiare all’Isis.