ROMA – Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, intervenne per fare uscire Giulia Maria Ligresti dal carcere. Gabriella Fragni, compagna di Salvatore, lo avrebbe detto al telefono parlando con Antonino Ligresti. E’ quanto rivela il quotidiano la Repubblica in un articolo a firma di Ottavia Giustetti.
Al telefono col cognato la Fragni dice espressamente: “L’unica persona che può fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri”. Antonino Ligresti alza il telefono e la guardasigilli prontamente si attiva: parla con due dirigenti del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria e li informa che la donna soffre di anoressia ed è quindi a rischio. Tempo qualche giorno e arriva la scarcerazione. Scrive Repubblica:
La vicinanza tra il ministro e la famiglia dell’ingegnere di Paternò è un fatto noto, come pure che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, sia stato dirigente della compagnia assicurativa Fondiaria Sai. Il nome di Peluso compare spesso nelle carte dell’inchiesta torinese, mai però in veste di indagato. “Essendo io buona amica della Fragni da parecchi anni – ha spiegato il ministro al procuratore – ho ritenuto, in concomitanza con l’arresto dell’ingegnere e delle figlie, di farle una telefonata di solidarietà sotto l’aspetto umano”. Cancellieri e Fragni si sentono più di una volta per telefono. Tanto che la compagna di Salvatore Ligresti, quando la situazione della figlia Giulia non trova soluzione, parla con il cognato e suggerisce di contattarla come ultimo tentativo. Gli avvocati difensori, Gianluigi Tizzoni e Alberto Mittone, che avevano già parlato di un possibile patteggiamento, si sono visti respingere l’istanza di scarcerazione dal giudice Silvia Salvadori, nonostante il parere favorevole della procura.
La famiglia Ligresti è seriamente preoccupata per la figlia di Salvatore: temono che la donna in carcere non possa reggere. Decidono perciò di giocarsi il loro ultimo asso nella manica. Il 22 agosto i pm interrogano la Cancellieri che conferma. Riporta ancora Repubblica:
Il ministro Cancellieri davanti al magistrato torinese, pochi giorni dopo, racconta cosa è successo poi: “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria la quale, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”. Cancellieri spiega, e il procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi, titolare dell’inchiesta sul falso in bilancio insieme al sostituto procuratore Marco Gianoglio, riporta nel verbale. Il ministro dice di avere a cuore la salute dei detenuti in generale. Ma poi chiarisce, proseguendo nel racconto, che il suo interessamento diretto è stato per un carcerato soltanto: Giulia Maria Ligresti.
Segue documento dei medici ai pm che segnala lo stato di depressione della figlia di Salvatore. Il medico legale certifica ed ecco che a Giulia Maria vengono concessi i domiciliari. Ottavia Giustetti precisa che i medici hanno operato senza alcuna sollecitazione. Almeno apparentemente.
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