MONACO (GERMANIA) – E’ stato ritrovato in un vecchio appartamento, tra polvere e ricordi, un tesoro di circa 1500 opere d’arte, tra cui alcuni capolavori di Pablo Picasso, Henri Matisse e Marc Chagall. Opere confiscate dai nazisti durante il Terzo Reich, il cui valore complessivo ammonta ad oltre un miliardo di euro, e che gli esperti ritenevano andate perdute o distrutte nei bombardamenti.
L’anticipazione del sensazionale ritrovamento ad opera della dogana bavarese arriva dal settimanale tedesco Focus. I circa 1.500 altri pezzi sono stati ritrovati accatastati nella polvere, dietro un muro di scatolette di fagioli e frutta, in un vecchio e decrepito appartamento a Monaco, nel quartiere di Schwabing, appartenente ad una ricca famiglia tedesca.
Tra le opere ritrovate, capolavori di alcuni dei grandi maestri della pittura del XIX e XX secolo, saccheggiati dai musei di Paesi europei occupati dalla Wehrmacht o trafugati a famiglie ebree e collezionisti dal Terzo Reich. Come il ritratto di una donna del maestro francese Matisse, appartenente al collezionista ebreo Paul Rosenberg, che dovette probabilmente abbandonare insieme a molte altre cose quando fuggì da Parigi, invasa dai tedeschi. Sono stati ritrovati, riferiscono i media, anche lavori di Emil Nolde, Franz Marc, Otto Dix, Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Ernst Ludwig Kirchner e Max Liebermann.
La storia sorprendente del loro recupero è come la trama di un thriller. Secondo Focus, questo ingente patrimonio fu acquistato dal mercante d’arte Hildebrand Gurlitt tra gli anni ’30 e ’40. Poi le opere passarono a suo figlio Cornelius, che le tenne nascoste in casa per più di 50 anni, accatastate al buio, tra polvere e sporcizia. Ogni tanto l’uomo ne vendeva qualcuna, in modo discreto, per non destare sospetti e non essere scoperto. Di queste opere si persero quindi del tutto le tracce per oltre mezzo secolo, fino a quando, nel settembre del 2010, su un treno proveniente dalla Svizzera, gli addetti alla dogana bavarese effettuarono un controllo di routine.
L’ottantenne Cornelius Gurlitt, cittadino tedesco, che non aveva mai lavorato un giorno in vita sua e che non risultava percepire alcuna fonte di reddito venne trovato in possesso di una busta contenente 9.000 euro in contanti, insieme ad una scorta di buste vuote. Non sono pochi infatti i ricchi cittadini tedeschi che per sfuggire agli elevati tassi di imposizione fiscale sui loro risparmi in patria, portano illegalmente il loro denaro in Svizzera, di conseguenza i controlli da parte delle autorità doganali sono all’ordine del giorno.
Gurlitt non riuscì a nascondere il nervosismo durante il controllo, e i doganieri insospettiti fecero emettere un mandato di perquisizione nel suo appartamento. Così nella primavera del 2011 si giunse alla perquisizione nella casa dell’anziano e al sensazionale ritrovamento di cui si è saputo solo ora, dopo accurati controlli sull’autenticità delle opere che ora, secondo Focus, sono conservate in un luogo sicuro e segreto vicino Monaco di Baviera.
Secondo un funzionario della dogana, “il valore delle opere è stimato in oltre un miliardo di euro, ma il loro vero valore è inestimabile. Sono tesori”. E invece dai nazisti erano disprezzate. Tra i dipinti ritrovati si contano circa 300 tele considerate “arte degenerata”, appartenente cioè alle correnti d’arte contemporanea che riflettevano valori contrari alle concezioni naziste sulla superiorità della razza. A Hitler piacevano solo dipinti romantici che idolatravano la visione del superuomo tedesco. Il suo preferito era l’ipnotica ‘Isola dei Morti’ di Alfred Bocklin. Impressionismo, cubismo e modernismo non trovavano posto nel Terzo Reich.
(Foto Ap/LaPresse)