LONDRA – La Scozia, il prossimo 18 settembre si appresta a scegliere se diventerà indipendente dalla Gran Bretagna e le star della musica e del cinema del luogo e non, si dividono.
Racconta tutto il Corriere della Sera, in un articolo uscito giovedì 24 luglio dal titolo “Tatuaggi, inni (e insulti) Le celebrità si schierano sull’indipendenza scozzese” a firma Giuseppe Sarcina. chi è a favore e chi contro?
“James Bond, nella sua versione più classica, è a favore. J. K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, è contro. Per la rockstar David Bowie deve essere no, assolutamente no. Per la popstar Annie Lennox, forse sì, non sa ancora bene, ci vuole pensare. Il 18 settembre in Scozia si vota per l’indipendenza, per continuare la convivenza con Londra, che dura dal 1707; oppure per diventare uno Stato indipendente, sicuramente con un’altra bandiera, probabilmente con un’ altra moneta”.
“Poche settimane fa il settimanale Economist si osservava che la situazione è surreale. L’elettorato del Regno Unito si trova di fronte una scelta potenzialmente traumatica, eppure non ci sono segnali di forte mobilitazione. Nelle piazze non si vedono cortei di “secessionisti” o di “unionisti”. Il tema non pare, almeno per ora, infiammare l’opinione pubblica. In compenso ci sono le star, gli attori, i cantanti, gli sportivi, gli scrittori. Negli ultimi giorni sembra che ìa discussione sia stata appaltata a loro. O, come nota qualche osservatore più maligno, le celebrità abbiano colto una bella opportunità per fare parlare, ancora una volta, di se stessi”.
Su tutti, a favore dell’indipendenza si è schierato da tempo Sean Connery
Sean Connery, 83 anni, nato a Edimburgo, Scozia profonda, il primo e indimenticabile 007, sembra la Jane Fonda degli anni 70. Al posto del Vietnam l’amata terra natale, invece degli Stati Uniti di Richard Nixon, la Londra affarista e cinica di David Cameron. L’inossidabile Sean si è fatto tatuare sul braccio la scritta “Scotland forever” e ha dichiarato che “l’opportunità dell’indipendenza è troppo buona per essere mancata”. E quando qualcuno gli ha fatto osservare che lui in Scozia neanche ci vive, Connery ha tagliato corto, con una frase alla Bond: “Se passa la secessione, ci torno subito””.
“Sull’altro campo la risposta simmetrica arriva dalla scrittrice Joanne kathleen Bowling, 49 anni il prossimo 31 luglio. Dopo aver spiegato con allegria perché ora si diverte a scrivere thriller con lo pseudonimo di Robert Galbraith, la scrittrice più seguita degli ultimi decenni, ha tetramente sviluppato il seguente concetto in un’intervista alla Bbc: Adesso siamo in una situazione economica abbastanza buona, sarei personalmente contrariata da una separazione che possa destabilizzarla”. Niente slanci, niente sentimenti. Se si parla di Scozia, Rowling si perde nella mapa e si trasforma nella caricatura del Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, che sta annoiando il Paese con tabelle e simulazioni sulle ricadute materiali dello strappo. David Bowie, nato 67 anni fa nel turbolento quartiere di Brixton nel sud di Londra, non si allontana dalle corde emotive. Nel febbraio scorso ha organizzato un raduno musicale a Londra per appoggiare la campagna a favore del “no”. Bowie non se l’è sentita di lasciare New York. Ha mandato, però, un messaggio come fanno i leader politici quando non hanno 0 non vogliono trovare il tempo per presenziare a un evento non essenziale. ‘Scozia resta con noi’, questo è quanto ha letto la modella Kate Moss; al massimo che è riuscito a scrivere per l’occasione il sofisticato cantautore, il vecchio ‘Ziggy Stardust’, il popolare ‘Duca Bianco’. ‘Ma tornatene su Marte’, gli hanno risposto i blogger e i twitter scozzesi (il riferimento è a “Life on Mars”, una delle sue canzoni dei Settanta più riuscite n.d.r).
Più ‘problematica’ la posizione di Annie Lennox, 59 anni, di Aberdeen, Scozia profonda, leader del grappo Eurythmics. La sua canzone ‘Sweet dreams’ fa da colonna sonora alle manifestazioni degli indipendentisti. In un raduno, ha dichiarato che ‘se la Scozia fosse indipendente si potrebbe creare una società più egualitaria’. Poi, però, messa alle strette dalla Bbc ha cominciato a svicolare: ‘Ci sono vantaggi e probabilmente svantaggi per una e per l’altra opzione. Bisogna soppesarli bene e poi decidere’». Ecco, appunto, in uno slancio di candore, il tennista Andy Murray, nel 2013 scozzese vincitore di Wimbledon, la quintessenza dello sport inglese, ha ammesso: «Difficile prendere una posizione ora: metà del pubblico è d’accordo con te; l’altra metà pensa che sei un idiota assoluto”. Come al solito, le star vogliono piacere a tutti”.
Sulla vicenda dei vip a favore e contro, si esprime anche il New York Times con un articolo a firma Katrin Bennhold dal titolo “The stars collide over Scotland”. Tra quelli a favore ci sono anche il regista e attore Alan Cumming. Tra i contrari l’attrice Emma Thompson.
(Foto LaPresse)