ROMA – “Quelli di Charlie Hebdo sono dei razzisti, se la sono cercata”. Queste le parole dei musulmani delle banlieue di Parigi intervistati da Sandro Ruotolo per la puntata di Servizio Pubblico in onda l’8 gennaio su La7. I servizi girati dai giornalisti di Michele Santoro tra i francesi di Saint Denis e delle periferie della piccola Reims mostrano una reazione ben diversa da chi è sceso in piazza al grido di “Je suis Charlie“.
Libero quotidiano scrive:
“Mentre Sandro Ruoloto è in piazza a Parigi, in mezzo alla gente (bianchi, di colore, cattolici, ebrei e musulmani) che manifestano in piazza gridando Je suis Charlie, il clima che si respira nel quartiere ad alta concentrazione di immigrati di Saint Denis è decisamente diverso.
“Adesso daranno la colpa a noi, è sempre così”, si lamenta un giovane musulmano. Altri, più esaltati, spiegano che “se è successo quello che è successo è perché qualche colpa quelli di Charlie Hebdo ce l’hanno avuta”. Oppure che l’11 settembre non capitò per mano di islamici, e che “non tutti quelli che uccidono sono terroristi” e che “se si offende il Profeta è naturale che qualcuno si vendichi”.
Di solidarietà con le vittime dell’attentato ce n’è poca, e sembra esserci ben poco dolore. C’è, piuttosto, rabbia per la colpa che gli altri, i “ricchi” stanno gettando sulle loro spalle, i “poveri”, gli immigrati di seconda o terza generazione “eterni outsider”. Non ancora integrati, forse mai integrati come invece credono i buonisti, anche a casa nostra”.
E a Reims c’è chi ancora difende i due sospetti terroristi Said e Cherif Kouachi:
“Nel quartiere di Croix Rouge dove vivevano i due uomini, i musulmani fanno blocco: “Li conoscevo, non sono terroristi”. “Non possono essere stati loro, è tutto un complotto”. E pazienza se il loro curriculum, anche giudiziario, parli chiaro”.
(Foto Twitter)