Sigarette elettroniche, produttori in piazza contro tassa: “Rischio 60% aziende”

ROMA, 9 LUG – La sigaretta elettronica dovrebbe essere tassata con una maxi-tassa al 58,5 per cento. I produttori sono scesi in piazza per protestare questa tassa prevista nel decreto legge del Governo sul lavoro e l’Iva del 26 giugno scorso entrasse in vigore, circa il 60% delle aziende potrebbero morire in breve tempo, nel giro di 90 giorni.

A lanciare il grido d’allarme sono i produttori di sigarette elettroniche, rappresentati dall’Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico), che hanno manifestato davanti a Montecitorio contro il provvedimento. Applicata a tutti i prodotti legati al dispositivo (dai liquidi, alle batterie, ai cavi per la ricarica), questa tassazione, che va ad aggiungersi all’Iva, come spiega Umberto Roccatti, vicepresidente Anafe, ”ucciderebbe un intero settore, fatto di 3mila aziende e 5000 persone impiegate, che è tra i pochi in crescita in questo momento nel nostro Paese, un vero e proprio colpo per il made in Italy”.

I produttori e distributori di sigarette elettroniche, inoltre, non ci stanno neppure a passare sotto il controllo dei Monopoli di Stato, come prevede sostanzialmente il decreto legge che impone l’obbligo di ricevere le stesse autorizzazioni di cui dispongono i tabaccai. Ci tengono invece a sottolineare la differenza con le ‘bionde’ e sottolineano che con un aggravio di tassazione il mercato potrebbe spostarsi online, con ”rischi per la salute perché i prodotti acquistati sarebbero meno controllati”.

(Foto LaPresse)

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