ROMA – Forse durerà poco per l’impossibilità di formare un governo. Sta di fatto che il nuovo Parlamento agli italiani piace un po’ di più del precedente. Anche e soprattutto per l’effetto Grillo: è infatti sul Movimento a Cinque Stelle che si riversano aspettative e curiosità. Lo rivela un sondaggio Demopolis secondo cui le nuove Camere godono della fiducia del 25% degli italiani. Nel dicembre scorso, dopo un crollo progressivo avvenuto negli ultimi tre anni, la fiducia dei cittadini nel Parlamento si era ridotta al 9%. Quindi, se il 25% è un dato ancora decisamente basso, è comunque un datosuperiore di ben 16 punti rispetto a quello rilevato dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis poco più di tre mesi fa.
Che cosa c’è di nuovo – secondo l’opinione pubblica – nel Parlamento appena insediato? Secondo l’indagine Demopolis per il programma Otto e Mezzo, i due terzi degli italiani ritengono decisamente positivo il ricambio di oltre il sessanta per cento degli eletti rispetto alla precedente legislatura. Il 38% rileva anche il numero superiore delle donne, mentre il 45% apprezza la maggior presenza di giovani tra i deputati.
È soprattutto sul ruolo dei neo-parlamentari del Movimento di Grillo che si interrogano gli italiani: per il 52% saranno una assoluta novità. Per il 43% dei cittadini intervistati dall’Istituto Demopolis, gli esponenti del M5S rappresenteranno una garanzia di trasparenza nei lavori di Camera e Senato. Per circa un quarto potrebbero invece costituire un rischio per gli equilibri istituzionali. Sei italiani su dieci, prescindendo dal giudizio, ritengono che siano ancora un’incognita da scoprire nelle prossime settimane.
“Resta il fatto – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – che i cittadini, oggi come tre mesi fa, continuano a chiedere al Parlamento nuove regole per la vita pubblica del Paese. Nelle attese dell’83% degli italiani le Camere dovrebbero procedere subito alla riduzione del numero e delle indennità di deputati e senatori. Il 75% vuole il taglio dei rimborsi elettorali ai partiti; oltre 6 elettori su 10 la modifica del “Porcellum”, legge elettorale della cui riforma – conclude Pietro Vento – si discute senza risultati da molti anni, con pesanti responsabilità anche sull’attuale ingovernabilità del Paese”.