PARIGI – “Mi mancherai, ti amerò per sempre“. E’ la dedica choc che la sorella di uno dei kamikaze di Parigi ha pubblicato su Instagram, con tanto di foto ricordo che la ritrae bambina accanto al fratello. Lui è Samy Amimour, 28 anni, nato a Parigi nel 1987 e originario di Drancy. Si è fatto saltare in aria al teatro Bataclan la tragica notte del 13 novembre. Sul suo capo pendeva già dal 2013 un mandato di cattura internazionale per violazione della libertà vigilata, dopo essere finito sotto inchiesta, a ottobre 2012, per associazione a delinquere con fini di terrorismo.
Samy Amimour era uno degli autori delle stragi in cui hanno perso la vita 130 persone. Faceva parte del commando che ha fatto irruzione al concerto degli Eagles of Death Metal, uccidendo 89 persone, compresa la ricercatrice italiana Valeria Solesin. Ma dalle parole della sorella appare tutt’altro: nel post la giovane rende omaggio al “compianto” fratello terrorista, descrivendolo come un “ragazzo generoso“:
“Ogni giorno che Dio manda in terra mi manca qualcosa di te. Non vorrei dimenticarmelo, ma quello che mi manca, mi sembra che sia sempre di più il tuo sorriso, il tuo modo di comportarti, il tuo modo di essere, il tuo aspetto, il tuo modo di nascondere quello che tu provi o ancora la tua generosità. Oggi è un giorno speciale perché è il primo giorno del resto della tua vita. Ti amo e ti amerò sempre fratello mio, gemello mio, mio sangue, mia vita. Ti amo mio Samy”.
Secondo le ricostruzioni della polizia, Samy che lavorava come autista di bus parigini della Ratp, era stato radicalizzato in una moschea nei pressi della sua città natale Drancy, a nord di Parigi. Nel 2014, l’anno dopo che era stato spiccato il mandato di cattura internazionale nei suoi confronti, è riuscito ad uscire dalla Francia per unirsi allo Stato Islamico in Siria. Un anno dopo è riuscito a lasciare il Paese per unirsi all’Isis in Siria.
Nemmeno le suppliche del padre Mohamed, 67 anni, sono riuscite a farlo rinsavire: l’uomo era volato in Siria a dicembre scorso nel vano tentativo di riportare il figlio a casa. Ma quello non ne volle sapere di abbandonare la causa jihadista. Sempre secondo fonti investigative, Samy sarebbe riuscito poi a tornare in Europa attraverso la Turchia, pronto per mettere in atto il piano del terrore di venerdì 13 novembre.