Sulcis, minatrici ex Igea occupano cave: “Stipendi arretrati”. Acqua a rischio

CAGLIARI – Le minatrici dell’ex-Igea del Sulcis, in Sardegna, occupano due gallerie delle cave dell’Iglesias. Insieme a loro sono scesi a manifestare anche una decina di altri operai della stessa azienda, che si sono impossessati delle pompe d’acqua che evitano l’allagamento delle gallerie e riforniscono i potabilizzatori dell’acqua cittadina. I lavoratori protestano conto le scelte della Regione Sardegna delle aziende, che non garantiscono gli operai da oltre un anno senza stipendio, e chiedono il pagamento degli arretrati e un piano di rilancio. Le lavoratrici hanno occupato la galleria “Villa Marina” dell’ex miniera di piombo e zinco di Monteponi e “il Pozzo T” di quella di Capo Pisano con un blitz notturno.

Su Facebook il deputato di Unidos Mauro Pili ha spiegato:

”Con un’azione senza precedenti le donne dell’Igea poco fa hanno occupato la Galleria Marina a Monteponi. Nel contempo una decina di operai comprese altre donne hanno raggiunto e preso possesso del ‘Pozzo T’ della miniera di Campo Pisano dove si trovano le pompe che sollevano l’acqua con la quale viene fornita la città di Iglesias. La tensione è alle stelle”.

Le minatrici con un comunicato hanno spiegato così il loro gesto:

“Dopo l’ennesimo venir meno agli impegni assunti da parte della Regione Sardegna, azionista unico dell’azienda di risolvere la grave crisi economica-finanziaria e strutturale che da oltre un anno affligge la società, abbiamo deciso di manifestare la nostra rabbia, disagio e disappunto con l’occupazione della Galleria. Tale azione apparentemente simbolica ha lo scopo di pretendere che l’azionista, quanto prima, assuma le proprie responsabilità con atti finalmente concreti finalizzati al rilancio aziendale. L’iniziativa da parte delle donne nasce dalla volontà di volere far emergere le difficoltà che quotidianamente si trovano ad affrontare come madri, compagne mogli e lavoratrici sfatando il luogo comune secondo cui alle donne tradizionalmente era precluso l’accesso al sottosuolo”.

(Foto da Facebook)

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