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Parmalat, la scalata di Lactalis irregolare? La Finanza perquisisce banche e società di consulenza

di Alberto Francavilla |11 Maggio 2011 13:32

MILANO – C’è stato qualcosa di irregolare nella scalata di Lactalis a Parmalat? I militari della Guardia di Finanza stanno perquisendo le sedi milanesi di di Intesa Sanpaolo, di Socgen e del Credit Agricole, dell’advisor Lazard e quelle di due società di comunicazione, Brunswick e Image Building, nell’ambito dell’inchiesta per aggiotaggio. Fabio Canè (Intesa Sanpaolo) è indagato per insider trading , mentre la moglie Patrizia Micucci (Socgen) è stata iscritta nel registro degli indagati per aggiotaggio. Lo stesso reato, l’aggiotaggio, è stato ipotizzato nei confronti di un rappresentante di Lazard e di uno dei tre fondi esteri che hanno venduto le azioni del gruppo alimentare ai francesi.

Si sarebbe inoltre aggiunta una ulteriore ipotesi di reato, quella di insider trading. Stando a quanto riferito dall’Ansa, che ha citato fonti investigative, le perquisizioni riguardano “tutti gli attori italiani che hanno partecipato a vario titolo alla scalata e che hanno sede a Milano”.

Le perquisizioni sono relative alle fasi dell’acquisto, il 22 marzo, da parte di Lactalis, del pacchetto di azioni Parmalat in mano ai tre fondi esteri Skagen, MacKenzie e Zenit e alle oscillazioni del titolo in Borsa a partire dal 26 gennaio, quando i tre soci esteri uscirono allo scoperto.

Credit Agricole e Societe Generale sono le banche francesi con cui Lactalis ha fatto i contratti di equity swap su azioni Parmalat. Intesa Sanpaolo è l’istituto italiano che ha cercato di organizzare una cordata italiana da contrapporre a Lactalis. Lazard è stato l’advisor dei tre fondi esteri che il 22 marzo scorso hanno venduto il 15,3% di Parmalat a Lactalis, mentre le società di comunicazione hanno assistito i tre fondi nel caso di Brunswick e Lactalis per quanto riguarda Image Building.

L’indagine per ora è a carico di ignoti e punta le proprie attenzioni sull’andamento del titolo Parmalat prima dell’operazione finanziaria con cui il gruppo francese Lactalis, prima di lanciare l’Opa, salì al 29% del capitale del gruppo alimentare. Lactalis, quando il 25 marzo scorso uscì la notizia dell’avvio dell’inchiesta, diffuse una breve nota in cui disse di «aver sempre agito correttamente» e di attendere «serenamente» gli sviluppi della vicenda.

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