L’AQUILA – Un boato, una colonna di fumo e poi altri tre boati: è esplosa verso le 14 una fabbrica di fuochi d’artificio a Tagliacozzo, la Pirotecinica Paolelli, in località San Donato, in provincia de L’Aquila.
Sul posto diverse squadre dei Vigili del Fuoco, carabinieri e polizia.
I soccorritori hanno ritrovato tra le macerie tre morti. Inoltre c’è ancora un disperso.
Le vittime e i feriti.
Ecco l’identità delle tre vittime: si tratterebbe di Valerio Paolelli, figlio del titolare Sergio rimasto ferito, di Antonio Morsani e di Antonello D’Ambrosio.
Sono ricorsi alle cure dei medici dell’ospedale di Avezzano tre feriti, l’algerino Kedhia Sofiane, il catanese Aurelio Chiariello e il napoletano Onofrio Pasquariello.
Secondo le prime testimonianze raccolte dal Centro, nel momento dell’esplosione, c’erano otto persone.
Nei comuni limitrofi, come riporta Il Centro (questo l’articolo), è saltata la corrente elettrica e molte finestre di appartamenti sono andate distrutte.
La massa di calore che si è sviluppata dopo le esplosioni ha provocato anche un incendio nel bosco adiacente alla fabbrica che ora ha un fronte di oltre 500 metri. Sul posto sono presenti anche le guardie forestali per spegnere il rogo che ha già distrutto oltre un ettaro di macchia.
In totale, secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbero state quattro esplosioni, anche a distanza di alcuni minuti.
Al momento nessuno può avvicinarsi all’area perché sussiste il pericolo di ulteriori esplosioni. Probabilmente sarà necessario l’intervento degli artificieri.
Gli agenti della Forestale, come riporta Abruzzo Web (questo il link), stanno valutando la possibilità di fare intervenire sul posto un mezzo aereo (canadair) per gettare liquido per abbassare la temperatura e impedire nuove esplosioni.
“La terra ha tremato per chilometri” raccontano i testimoni.
Le case hanno tremato al punto che si era pensato a un terremoto.
Le due colonne di fumo che si levano dal luogo dell’incidente sono il risultato di due esplosioni distinte e quella più distante dall’epicentro è a circa 500 metri, e sarebbe stata provocata dal materiale incandescente prodotto dalla prima esplosione.
Sembrerebbe che al momento dello scoppio all’interno della fabbrica ci fosse anche un tecnico di nazionalità straniera.
“Sono stato il primo ad arrivare insieme ai carabinieri – ha racconto il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa – ho visto e sentito il terzo botto sul posto: sembrava un terremoto, seguito da una grossa fumata bianca come quella di una bomba atomica”.
I precedenti.
L’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio Paolelli di Tagliacozzo è il terzo grave incidente accaduto negli ultimi 15 anni nella Marsica ad aziende che producono fuochi. Il primo incidente in
un’azienda di Cerchio (L’Aquila) con un morto e tre feriti, mentre qualche anno dopo a Roccavivi di Balsorano (L’Aquila) un’esplosione uccise tre lavoratori.