Torino iconoclasta. Case con alberi in acciaio, sparirà la prima Fiat

TORINO – Torino, sotto quell’aspetto un po’ tetro che molti prendono per serietà, ha sempre coltivato una vena sotterranea di anticonformismo, un po’ all’inglese se si vuole, e anche un po’ iconoclasta.

Per questo non ci si deve stupire di quel che stanno costruendo in una zona semi centrale, oltre il Valentino, una volta periferia abbastanza remota al punto da essere scelta da Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, per il suo primo stabilimento. Oggi è quasi centro ed è anche un’area di una certa eleganza, che si affaccia su un bellissimo lungo Po.

Negli anni ci hanno fatto un po’ di tutto: torri di cristallo e case più o meno piacevoli, più malinconicamente funzionali che eleganti, ma a Torino, dopo la Seconda Guerra Mondiale, di bello hanno costruito ben poco. La costruzione più in stile era l’obitorio che però ora è stato spostato. Nella zona c’erano diverse sedi Fiat: museo storico, ambulatori medici. Domina ancora la bassa ma diffusa struttura in mattoni e cemento della Stampa, che hanno eviscerato delle rotative e che dicono presto sarà trasferita altrove.

Potremmo essere a Francoforte o anche a New York. Però forse né a Francoforte né a New York gli avrebbero lasciato tentare esperimenti architettonici così arditi. Ci avessero provato al sud, qualcuno da sinistra avrebbe parlato di ecomostri, qualcuno più conservatore avrebbe parlato di brutture. ma qui a Torino il sindaco è e è stato per anni non tanto di sinistra quanto proprio torinese. E allora il libito diventa licito.

Se però gli alberi di ferro che avvolgono una casa come fossimo nella giungla della Cambogia possono essere difesi in nome di uno sperimentalismo avanzato, c’è una cosa che forse qualche Agnelli di lassù non riesce a mandar giù: la prima sede della Fiat, il palazzo a due piani dove assemblarono la prima automobile, è stato svuotato, gli hanno lasciato solo il guscio delle pareti esterne, hanno tolto via anche il tetto: dentro quell’involucro crescerà un palazzone ultra moderno, di tanti piani ma di tanta mancanza di rispetto alla memoria.

Un esempio dell’ibrido che ne scaturirà si può vedere in alcune delle foto pubblicate qui di seguito.

Operazione quasi da Grande Fratello, non il Gf di Canale 5, ma quello originale, di Orwell: quando a Torino avranno portato via la sede della Fiat e il centro direzionale si sarà trasferito a Detroit, i vecchi operai, impiegati, dirigenti, ormai uniti nella malinconia che sfuma lacerazioni e rancori tutti, non avranno più da recarsi in pellegrinaggio a quell’edificio discreto, grigio anche nel colore dell’intonaco, molto elegante nella sua severa architettura industriale paleo. Forse sarà meglio così.

(Foto Blitz Quotidiano)

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