Torna Partito comunista d’Italia del 1921: Pdci si riprende nome e simbolo FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2014 - 07:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Partito Comunista d’Italia nacque a Livorno nel 1921 dopo la scissione di Antonio Gramsco dal Psi. Il partito, nel 1943 si trasformò in Pci, nome che restò fino alla caduta del muro di Berlino. Ora il “Partito Comunista d’Italia” torna ad esistere grazie al cambio di denominazione deciso dal Pdci, il partito fondato da Armando Cossutta e guidato, fino a due anni fa, dall’ex ministro della Giustizia Oliviero Diliberto.

Nel documento varato dall’attuale segretario Cesare Procaccini si legge che “i componenti del comitato centrale, consapevoli della necessità del contributo dei Comunisti Italiani, ma anche della sua insufficienza, hanno assunto la decisione di partecipare a tale processo dando vita al Partito Comunista d’Italia, quale evoluzione dell’esperienza del PdCI e scelta a ciò funzionale. La scelta compiuta non è la chiusura di un’ esperienza, bensì il suo rilancio in direzione di una soggettività comunista più grande”

Insomma, si tratta di un vero e proprio restyling: il simbolo è  identico a quello del Pci ed ora bisognerà vedere se davvero avranno il permesso di utilizzarlo ufficialmente.

Matteo Pucciarelli ricostruisce in breve la storia del partito su Repubblica, partito che negli anni, in termini di consensi non ha avuto molto successo

” In realtà le vicende del partito nato da una scissione “da destra” di Rifondazione – era il 1998, Fausto Bertinotti voleva rompere con il primo governo Prodi, Armando Cossuta no – non hanno avuto molta fortuna negli ultimi anni. Da dopo il disastro della Sinistra Arcobaleno (2008), il Pdci non è più riuscito ad eleggere alcun deputato. Dei 43mila iscritti del 2006 (massimo storico) ne sono rimasti poco meno di 10mila. Il “grande capo” Cossutta, storico leader filosovietico del Pci, ha smesso di rinnovare la tessera anni fa. Mentre Diliberto si è sostanzialmente ritirato dalla vita politica. Un altro dei volti noti dell’allora Pdci di lotta e di governo, Marco Rizzo, ha invece fondato un altro partito, il cui nome non ha lasciato molto spazio alla fantasia: “Partito Comunista”.  Si narra che all’epoca della scissione dal Prc l’allora leader dei Ds Massimo D’Alema ci mise lo zampino e ai vecchi compagni concesse l’utilizzo della falce e martello disegnata da Renato Guttuso. Quella odierna sembra un’operazione dal forte sapore nostalgico, ma di sicuro la concorrenza non manca: in Italia, ad oggi, le sigle che si rifanno al comunismo sono almeno undici”.

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Torna Partito comunista d’Italia del 1921: Pdci si riprende nome e simbolo