ANKARA – Il crollo della miniera di Soma, in Turchia, ha scosso profondamente un Paese.”La Turchia piange” titolano i quotidiani di Ankara, mentre i cittadini sono sotto shock per la tragedia. Le vittime nell’ultimo bilancio sono 283, ma sono ancora decine i dispersi intrappolati nell’inferno della miniera. Intanto fuori dalla miniera, un campo di bare ospita i corpi di chi non ce l’ha fatta.
Dopo le dure contestazioni del 14 maggio al premier Recep Tayyip Erdogan, che arrivato a Soma ha trovato rifugio in un supermercato, il 15 maggio i parenti dei minatori morti hanno contestato alla la visita del presidente Abdullah Gul: “Vattene”, gli ha urlato qualcuno. “Dov’e’ mio figlio? Non posso nemmeno fargli un funerale”, ha gridato un padre.
Un minatore, ucciso dal monossido, è stato trovato con in mano un biglietto di addio al figlio, scritto nel buio poco prima di morire: “Per favore, dammi la tua benedizione, figlio!”.
Altri 14 minatori bloccati a un chilometro dall’uscita si siano rifugiati nella sola ‘camera sicura‘ della miniera, che secondo le norme europee avrebbe dovuto contenere sufficiente ossigeno per tutti e che durasse almeno un mese. Il tempo però non è bastato, e nemmeno l’ossigeno: i 14 minatori sono morti lì nella camera sicura, accasciati gli uni sugli altri.
(Foto LaPresse)