ANKARA – Oltre 150 persone sono state arrestate la sera dell’11 marzo nelle manifestazioni scattate in decine di città turche per protestare contro la morte del 15enne Berkin Elvan, da nove mesi in coma dopo essere stato gravemente ferito dalla polizia durante le proteste di Gezi Park in giugno.
I funerali del ragazzo sono cominciati oggi 12 marzo verso mezzogiorno, nel quartiere di Okmeydani a Istanbul. Si stanno svolgendo in una cemevi, un luogo di culto della minoranza alevita di cui il ragazzo faceva parte. La folla grida “Berkin sei immortale” e slogan ostili contro il premier Recep Tayyip Erdogan.
Fra le migliaia di persone arrivate a Okmeydani – dove i negozi hanno calato le saracinesche in segno di lutto – molti portano filoni di pane, in ricordo del ragazzo. Berkin il 16 giugno era uscito di casa per andare a comprare il pane per il pranzo per la famiglia. Era stato colpito mentre passava vicino ad una manifestazione. La madre del ragazzo, Gulsum Elvan, ha accusato il premier Recep Tayyip Erdogan, che aveva incoraggiato la brutale repressione delle proteste di Gezi Park, di essere responsabile della morte del figlio.
Martedì 11 marzo, la polizia è intervenuta con la forza in diverse città, facendo uso anche di lacrimogeni, spray urticante e cannoni ad acqua, contro i manifestanti. Ci sono stati incidenti a Istanbul, Ankara, Adana, Mersin, Smirne, Eskisehir, Antiochia, Antalya, Bursa. Almeno 20 i feriti, di cui due sono in condizioni ritenute serie dopo essere stati investiti da automezzi della polizia.
Manifestazioni di protesta anche in diverse capitali estere, in particolare a Parigi, Londra, Vienna, New York, Berlino e Stoccolma. La nuova fiammata di agitazione interviene a meno di 20 giorni dalle cruciali elezioni amministrative del 30 marzo, e mentre il premier Recep Tayyip Erdogan è invischiato negli scandali di corruzione esplosi con la tangentopoli del Bosforo il 17 dicembre scorso.
Le immagini delle cariche della polizia in questa nuova ondata di proteste (foto LaPresse)