Per il settimanale Newsweek Obama è il Reagan dei democratici

La copertina di Newsweek

WASHINGTON, STATI UNITI – Mitt Romney come Ronald Reagan, in grado di cacciare il presidente Barack Obama dalla Casa Bianca, come 32 anni fa ‘Ronnie’ fece con Jimmy Carter. Per mesi i conservatori hanno sognato questo paragone storico. Ma oggi sono molti di loro stessi a non crederci piu’ tanto. E Newsweek, che qualche settimana fa aveva ‘bastonato’ Obama in copertina (”vattene a casa”), ora dedica di nuovo la copertina a Obama. Ma stavolta con il titolo: ”E’ il Reagan dei democratici”.

Un ex governatore dai modi eleganti contro un presidente uscente in crisi di popolarita, che ha di fronte un’economia debole e una forte crisi in Medio Oriente. Era questo il panorama attorno allo scontro del 1980 tra il presidente Jimmy Carter e lo sfidante, l’ex attore ed ex-governatore della California Ronald Reagan. E in tanti a destra, sin dall’epoca delle primarie, riproposero l’analogia tra quella partita e quella di queste settimane. Sinora il Grand Old Party ha avallato questo parallelo, sperando ovviamente che finisca come allora.

Ma se tutti, anche i piu’ freddi verso Romney, sono convinti che Obama sia il nuovo Carter, in tanti cominciano ad avere qualche dubbio che l’ex governatore del Massachusetts, il miliardario della Bain Capital, sia il nuovo Ronnie. Negare che Romney sia come Reagan non e’ solo un giudizio basato sul gap di carisma tra i due, ma anche su dati reali. A 43 giorni dal voto, Obama ha un tasso di popolarita’ che supera il 50%, mentre Carter era fermo al 47%. In piu’ Carter era arrivato al voto dopo una lacerante sfida interna con Ted Kennedy, con una economia in panne e con la drammatica crisi degli ostaggi in Iran.

Mentre oggi nessuno, all’interno del partito democratico, malgrado i molti mal di pancia, ha mai messo in dubbio la leadership di Obama. Che anzi, a partire dal famoso discorso dell’ex avversario Bill Clinton, e’ stata rilanciata con forza all’ultima convention di Charlotte. ”Francamente il paragone tra Romney e Reagan mi sembra una forzatura”, commenta Lou Cannon, un cronista del Washington Post che copri’ la campagna elettorale del 1980 e poi si dedico’ alla biografia di Reagan.

”Se e’ difficile fare un confronto tra Obama e Carter, ancora piu’ difficile e’ associare Reagan a Romney. Con tutto il rispetto, Romney sta conducendo una campagna molto misera, piena di gaffe e di battute d’arresto. Niente a che fare con quella di Reagan.  – afferma Cannon – A tutt’oggi c’e’ tanto lavoro da fare per i repubblicani se vogliono ripetere quel successo”. Della stessa opinione, Ed Rollings, uno stratega repubblicano, responsabile della campagna di Reagan nel 1984. ”Romney non e’ Reagan per un motivo fondamentale: all’epoca ci fu un’ampia fascia di elettori democratici che non sapevano per chi votare e votarono per i repubblicani. Oggi, se Romney recupera appena il 5% di democratici delusi, puo’ dirsi fortunato”.

”All’epoca – aggiunge Jeff Bell, curatore degli spot di Reagan – tutti gli elettori davano la colpa a Carter. Cosi’ Reagan aveva l’unico problema di farsi conoscere. Cosa che fece perfettamente nel primo e unico dibattito tv. Oggi, invece, il problema e’ che la gente non critica solo Obama, ma sullo stato dell’economia accusa Bush ancora piu’ di Obama”.

La storia di copertina del magazine, in cui Obama e’ paragonato a Reagan, e’ di Andrew Sullivan, conservatore pentito, secondo il quale il presidente ha la possibilita’, nei prossimi quattro anni, di cambiare profondamente e in maniera duratura l’America. “Se Obama vince, per dirla senza mezzi termini – scrive Sullivan – diventera’ il Reagan dei democratici” perchè l’inquilino della Casa Bianca “si sta affermando come un’icona che ha lottato contro la recessione, contro un mondo terrorizzato, trasformando l’economia dal suo interno e minando alla base le fila di Al Qaeda”.

Forse la ricetta per la ripresa di Obama non ha la stessa grinta di quella di Reagan, ma “ha un grande potenziale – sottolinea Sullivan – e per vederne i risultati e’ necessario che rimanga al potere per otto anni”. In questo caso non cambiera’ solo l’America, ma potrebbe anche portare il Grand Old Party verso il centro. Se i repubblicani vogliono vedere questo risultato, per l’autore la rielezione di Obama “e’ l’unica cosa da fare”.

Intanto un nuovo sondaggio, a cura della George Washington University, conferma che Obama, con il 50% dei consensi, e’ avanti su Mitt Romney di tre punti tra gli elettori probabili, quelli che dovrebbero registrarsi per andare alle urne. E soprattutto, il presidente puo’ contare su un appoggio al livello ”personale” del 53%, mentre Romney e’ fermo al 46%

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