No Tav. Lancio di petardi e sassi contro la polizia al cantiere della Maddalena

GIAGLIONE (TORINO) – Sassi, petardi, fuochi d’artificio e anche un paio di bombe carta: cosi’, la sera del 27 giugno, i No Tav hanno ripreso in Valle di Susa l’offensiva contro il cantiere della ferrovia ad alta velocita’ Torino-Lione.    Alcune centinaia di militanti (intorno ai 200, secondo fonti della Questura di Torino), una quarantina dei quali appartenenti all’ala antagonista piu’ dura, si sono raccolti attorno alle recinzioni e, dai boschi, hanno scatenato la loro azione di disturbo.  Le forze dell’ordine, per rispondere agli attacchi, portati in diversi punti, hanno utilizzato idranti e lacrimogeni. Un dirigente di polizia e’ stato colpito ad una spalla da una grossa pietra ed e’ rimasto contuso.

I No Tav si erano chiamati a raccolta per celebrare un anniversario, quello del 27 giugno 2011, una delle date simbolo del movimento: quel giorno le forze dell’ordine sgomberarono il vasto presidio che da piu’ di un mese avevano allestito in localita’ Maddalena di Chiomonte (oggi sede del cantiere) per impedire l’inizio degli scavi del tunnel geognostico, un’operazione preliminare alla costruzione della nuova linea ferroviaria su cui dovra’ passare il supertreno Torino-Lione.

La serata, all’arrivo del buio, e’ cominciata con la rumorosa e tradizionale ”battitura” contro le reti, e con qualche slogan contro poliziotti e carabinieri. Poi un operaio del cantiere, riconoscibile dalla pettorina fosforescente, si e’ avvicinato alle barriere per sistemare un gruppo elettrogeno ed e’ stato bersagliato da un fitto lancio di petardi. A quel punto c’e’ stata una escalation.

I No Tav possono rivendicare il taglio di una porzione della rete e di un pezzo di ‘concertino’, il particolare filo spinato disteso sopra le inferriate. Petardi e bombe carta scagliati contro i mezzi delle forze dell’ordine hanno innescato un paio di principi di incendio delle sterpaglie che pero’ sono stati spenti immediatamente. I militanti, sotto il getto degli idranti, hanno quindi ripreso i sentieri tra i boschi e sono tornati al campeggio che sorge, nel territorio del comune di Chiomonte, nella spianata a poche decine di metri dalla strada d’accesso principale al cantiere.

La mobilitazione del movimento sembra destinata a continuare per tutta l’estate, anche se non sono in programma manifestazioni capaci di richiamare decine di migliaia di persone come quelle dello scorso anno. Il deputato del Pd Stefano Esposito, dopo gli episodi di stasera, ha chiesto che sia sgomberato il campeggio No Tav. ”Non si puo’ continuare – ha detto – a tollerare questo andazzo per tutta l’estate”.

”Il campeggio No Tav in Valsusa va sgomberato, non si puo’ continuare a tollerare questo andazzo per tutta l’estate”: lo ha detto l’on. Stefano Esposito (Pd), aggiungendo che ”come era facilmente prevedibile la manifestazione di questa sera dei No Tav a Chiomonte si e’ nuovamente trasformata nel tiro al poliziotto”.

”Un centinaio di ‘campeggiatori’ guidati dal centro sociale Askatasuna di Torino – ha sottolineato – ha ricordato nell’unico modo che conoscono, con la violenza, l’anniversario della caduta della Libera Repubblica della Maddalena. Lo ribadisco per l’ennesima volta – ha concluso Esposito – il campeggio no tav va sgomberato”.

(Foto LaPresse)

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