Valter Giordano, prof di Saluzzo: dubbi, processi e le studentesse che lo difendono

SALUZZO (CUNEO) – Valter Giordano era un professore stimato da tutti, non solo nell’istituto magistrale “Soleri”, ma in tutta Saluzzo. Un professore accusato di aver avuto rapporti sessuali con due studentesse minorenni. 

Racconta Pierangelo Sapegno sulla Stampa lo stupore di tutti quando giovedì 22 agosto si è diffusa la notizia. Lo difendono le sue allieve, come Alice, che ricorda che uno dei giorni più belli della sua vita fu quando andò in gita scolastica a Firenze: “lui ci portò tutti in cima al Duomo e ci recitò a memoria il passo di Dante con l’Ulisse nella Divina Commedia”.

Lo difende il figlio: “Quando mi spiegava Dante e leggeva il Conte Ugolino, si metteva a piangere perché non reggeva l’emozione di quei versi”. Lo stesso figlio ricorda che Giordano era disperato dopo il divorzio dalla moglie, era perfino finito in ospedale forse per un tentato suicidio.

A difenderlo c’è anche la preside, Alessandra Tugnoli, che esclude categoricamente il ricatto dei voti: “Impossibile. Ne avrei avuto sentore”.

Su Facebook i commenti sono tanti, tutti sorpresi:

Sofia Camisassi scrive: «Ora, come sempre, partirà la caccia all’identità del professore e delle ragazzine coinvolte. Che schifo!». «Da un professore stimabile come lui non me lo sarei mai aspettato» (Melissa Marinangeli). «Io non riesco a crederci, e non me ne faccio una ragione» (Paola Ravazzi). «L’ho conosciuto a luglio. Mi aveva fatto un’ottima impressione. Mi sembra impossibile» (Manuela Ingaramo).

Le allieve ripetono:

“Non ci insegnava soltanto. Sapeva persino capire se avevamo gli occhi tristi. Si fermava a lavorare dopo l’orario, seguiva tutti noi con dedizione, uno per uno”.

Ma da mesi Giordano, 57 anni, da 15 professore di lettere al Soleri, era pedinato e intercettato dai carabinieri per un’altra indagine. Contro di lui avrebbero trovato foto, filmati e un diario, in cui Giordano scriveva delle proprie storie.

Scrive Sapegno:

Il professore prima di essere arrestato, era finito in ospedale, forse dopo un tentativo di suicidio. «Era disperato», confessa il figlio. Un’altra sua allieva ricorda che due anni fa passò un tempo bruttissimo per la separazione dalla moglie: «Continuava a seguirci con la stessa passione, ma era depresso, triste». Eppure, anche nella sua generosità verso gli altri, alla fine doveva essere rimasto un uomo solo. Leggeva Dante con l’amore per le cose belle e non è da tutti capire le cose belle. Forse basterebbe solo entrare nella sua casa per coglierne l’assenza di carnalità, in un rifugio tappezzato di libri che hanno il suo odore e quello di libri non spolverati, di riviste che ingialliscono, di fascicoli ammucchiati sullo scrittoio e delle sue pagine, sfornate con l’ordinata fiducia dei corpi in attesa della Resurrezione, sospesi come tutti noi tra il Paradiso e l’Inferno, che persino il pacato, gentile, generoso professore forse non ha potuto fare a meno di immaginare altro che indispensabili alla Giustizia di Dio. Ecco, qui dentro, fra questi volumi e le ombre lunghe di qualche pomeriggio, è stato intercettato e ascoltato per mesi. Dove scriveva le sue lettere e confessava i suoi peccati, come in un rito liberatorio. Sono ricordi e storie che verranno scarnificati durante tutto il suo processo.

 

Valter Giordano, prof di Saluzzo: dubbi, processi e la difesa delle studentesse

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