Vanessa Scialfa, Lo Presti confessa: “Nominò l’ex, uccisa per gelosia”

Pubblicato il 27 Aprile 2012 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Vanessa (Foto LaPresse)

ENNA – Lo avrebbe chiamato col nome del suo ex fidanzato in un momento di intimita’. Sarebbe stata questa la molla della violenta gelosia che ha spinto Francesco Lo Presti a uccidere la sua fidanzata nella loro abitazione di Enna. Secondo questa ricostruzione, dopo la lite la ragazza stava per uscire di casa, ma l’uomo l’avrebbe strangolata con un cavo elettrico e poi soffocata con un fazzoletto. Avrebbe agito sotto l’effetto della cocaina e per gelosia. E’ quanto sostenuto da Francesco Lo Presti nella sua confessione alla polizia e nella ricostruzione dell’uccisione della sua giovane fidanzata, Vanessa Scialfa. E’ quanto si apprende da fonti investigative. La polizia avrebbe indotto Lo Presti a confessare sostenendo di aver ritrovato la ragazza viva.

”Abbiamo trovato Vanessa, e’ viva…”: e’ stato l’escamotage usato dalla polizia per fare confessare Lo Presti, che, disperato, e’ scoppiato a piangere: ”non e’ possibile”, avrebbe detto, ”ho fatto una fesseria, non puo’ tornare piu’….”. Solo dopo le ammissioni di colpa, l’uomo avrebbe spiegato di avere agito per gelosia e avrebbe fatto trovare il corpo della sua fidanzata alla polizia. A fornire la ricostruzione della dinamica del delitto e’ stato dunque lo stesso Lo Presti.

A scatenare la violenza dell’uomo sarebbe stato il sentirsi chiamare, nell’intimita’, Alessandro, il nome dell’ex della sua giovane convivente. La lite tra lui e Vanessa sarebbe degenerata, tanto che la ventenne aveva deciso di andare via dalla casa dell’uomo dove si era trasferita da tre mesi. Francesco Lo Presti, che ha spiegato di avere assunto della cocaina prima del delitto, ha sostenuto di avere agito colto da un raptus dopo avere visto che la ventenne stava raccogliendo i suoi vestiti, probabilmente per andare via. Cosi’, utilizzando i cavi che connettono il lettore Dvd al televisore, l’ha aggredita alle spalle e, dopo averle annodato i fili attorno al collo, l’ha sollevata di peso, scaraventandola sul letto. Ha continuato a serrare il nodo fino a quando la vittima non e’ morta.

Subito dopo ha avvolto il corpo senza vita di Vanessa in un lenzuolo grigio, bloccandolo con dei nodi, e ha messo il cadavere nel portabagagli della sua auto. Si e’ recato un una zona isolata, nei pressi dell’ex miniera abbandonata di Pasquasia, e l’ha lanciato da un cavalcavia.  Lo Presti e’ quindi tornato a casa per pulire l’abitazione e nascondere le tracce dell’omicidio. Poi ha lanciato l’allarme scomparsa con i familiari della ventenne: Vanessa e’ sparita, ha detto loro, e’ uscita ma non e’ piu’ tornata a casa e ha collaborato alle ricerche. Poi il crollo davanti alla polizia, con la confessione e il ritrovamento del corpo avvenuta dopo le sue ammissioni di colpa.