Venezuela: Caterina Ciarcelluti, la "wonder woman" contro Nicolas Maduro FOTO Venezuela: Caterina Ciarcelluti, la "wonder woman" contro Nicolas Maduro FOTO

Venezuela: Caterina Ciarcelluti, la “wonder woman” contro Nicolas Maduro FOTO

Venezuela: Caterina Ciarcelluti, la "wonder woman" contro Nicolas Maduro FOTO
Venezuela: Caterina Ciarcelluti, la “wonder woman” contro Nicolas Maduro FOTO

CARACAS – E’ stata definita la “wonder woman” delle proteste contro Nicolas Maduro in Venezuela. Merito di questa foto, che la immortala mentre sta per lanciare un sasso contro la polizia. Il suo vero nome è Caterina Ciarcelluti ed è una insegnante di fitness di 44 anni.

E’ stata fotografata con indosso degli shirts, una t-shirt e in testa occhiali scuri e una maschera anti-gas lacrimogeni durante i cortei dello scorso lunedì a Caracas. Ed è subito diventata, a sua insaputa, uno dei simboli della protesta, tanto che qualcuno l’ha ribattezzata “la mujer maravilla”, “wonder woman”.

LE PROTESTE – Le proteste che hanno scosso il Venezuela nelle ultime settimane contano ormai 33 morti, tra cui almeno due ragazzi ancora adolescenti. Le proteste studentesche sono partite da assemblee svoltesi nei diversi campus contro quello che viene definito “il golpe continuo” del governo di Nicolas Maduro.

Nel suo discorso durante il meeting ufficiale per il Primo Maggio, Maduro ha annunciato la convocazione di una Costituente: un’Assemblea composta da 500 membri, metà dei quali designati da “settori sociali” e metà scelta con “il voto segreto” su “base territoriale”, cioè attraverso i “leader delle comunità a livello municipale”. Un progetto che somiglia molto a quello sponsorizzato da Hugo Chavez nel 2007, e poi bocciato in un referendum popolare: creazione di “comune popolari”, nel quadro di un nuovo potere dello Stato, e l’avvio di una “democrazia partecipativa”, attraverso “organizzazioni sociali”.

L’opposizione ha subito denunciato la proposta parlando di “Costituente truffa”, creata per permettere al governo di ritardare ulteriormente (o forse anche annullare) appuntamenti elettorali che rischia di perdere, come alle politiche del 2015.

 

 

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