CARACAS – Una persona è stata uccisa nello Stato di Bolivar, nel sud del Venezuela, dai colpi sparati da un tetto da un dimostrante filo-governativo. Lo rende noto il governatore Francisco Rangel Gomez, aggiungendo che altre quattro persone sono rimaste ferite. Sale così a sei il numero delle vittime degli scontri fra i dimostranti che protestano contro il presidente Nicolas Maduro e le forze dell’ordine, in cui sono intervenuti anche sostenitori del governo che hanno sparato sui manifestanti. L’episodio è avvenuto nel corso di una manifestazione di sostenitori del presidente Maduro. Prima di quest’ultima uccisione, l’ultima vittima registrata era stata la 23enne Génesis Carmona, miss Turismo dello Stato di Carabobo nel 2013. La giovane donna era stata colpita alla testa da un proiettile sparato da assalitori sconosciuti in moto.
DISCORSO TELEVISIVO DEL PRESIDENTE MADURO – Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, è intanto apparso in tv ed ha parlato per due ore. “Se dovrò decretare lo stato di eccezione per lo Stato di Tachira e mandare i carri armati, sono pronto a farlo”. Maduro ha annunciato la sua decisione a dichiarare lo stato di eccezione, una forma di legge marziale, a causa delle proteste anti-governative degli ultimi giorni. Lo Stato di Tachira è una roccaforte dell’opposizione al confine occidentale con la Colombia, dove si sono verificati duri scontri fra le truppe della Guardia nazionale e i manifestanti.
LEADER DELL’OPPOSIZIONE IN CARCERE “E’ IN CARCERE PERCHE’ FASCISTA” – “Ho detto ‘mandatelo in prigione’ e così è accaduto. Così accadrà a tutti i fascisti”. Queste le parole del presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, durante il discorso in diretta tv. Il riferimento al leader di opposizione Leopoldo Lopez, consegnatosi martedì alla polizia per le accuse di omicidio e incitamento alla violenza nelle recenti proteste contro il governo. Mercoledì 19 febbraio era prevista un’udienza in tribunale sul caso di Lopez, ma il suo risultato non è stato reso noto. Un funzionario rimasto anonimo aveva annunciato che probabilmente i giudici avrebbero fatto cadere le accuse più pesanti, incriminandolo per reati più leggeri come incendio doloso e incitamento alla commissione di reati. Tale ridimensionamento creerebbe la possibilità di un rilascio in attesa di processo, tuttavia Maduro ha lasciato intendere nel suo discorso che Lopez resterà in prigione e affronterà accuse penali. “Non gli permetterò di sfidare il popolo del Venezuela e la Costituzione”, ha detto il presidente. Il 42enne Lopez, ex sindaco di Chacao e leader del partito di opposizione Volontà popolare, è accusato dal governo di cercare di fomentare un colpo di Stato per rovesciare il governo socialista.
Il leader dell’opposizione ha ricevuto la solidarietà del sindaco di Caracas Antonio Ledezma che oggi 20 febbraio si è presentato davanti a un tribunale della capitale venezuelana dove doveva comparire Lopez”Siamo tutti uniti e chiediamo il rilascio di Leopoldo Lopez. Stiamo protestando per lui”.
LA REAZIONE DEGLI STATI UNITI – Gli Stati Uniti condannano duramente le violenze in atto in Venezuela. Lo ha dichiarato il presidente Usa Barack Obama nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro canadese Stephen Harper e il presidente del Messico Enrique Pena Nieto, aggiungendo che i violenti scontri in corso sono inaccettabili. Il governo venezuelano, ha detto Obama, dovrebbe occuparsi delle legittime rimostranze del proprio popolo invece di cercare di sviare l’attenzione dalle proteste avanzando false accuse ai diplomatici Usa. Obama si trova in Messico per un vertice con le controparti canadese e messicana.
(Foto Ap/LaPresse)
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