Venezuela, studenti accusano: “Polizia ci violenta con i fucili”. Foto scontri

CARACAS – Studenti antigovernativi che sono stati arrestati in questi giorni in Venezuela, accusano la polizia denunciando: “Gli agenti ci violentano con i fucili”. E soltanto l’ultima notizia diffusa a riguardo delle violenze in corso in Venezuela.  Mentre tutto il mondo si concentra sulle violenze in corso in Ucraina, anche nel paese sudamericano la tensione non accenna a scendere. Qui, sono in corso da circa otto giorni proteste e scontri in strada tra forze di sicurezza e manifestanti antigovernativi che chiedono le dimissioni del presidente socialista Nicolas Maduro.

In mezzo ci sono anche i sostenitori chiavisti che appoggiano il governo partecipando agli scontri. Uno di loro oggi 21 febbraio è stato ucciso. È la sesta vittima in poco più di una settimana. In questi otto giorni di scontri e rivolte, si sono registrate decine di feriti e di arresti.

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Come spiega il Corriere

“Si tratta della più grave crisi da quando Maduro è stato eletto nell’aprile scorso. L’attenzione mediatica sugli scontri è salita da quando due tre manifestanti sono stati uccisi. E la situazione rischia di degenerare, sia per il tentativo dell’opposizione oltranzista a Maduro di prendere il controllo delle rivolte studentesche, sia del presidente di girare la situazione a suo vantaggio e approfittare delle tensioni per mettere il bavaglio a dissidenti e stampa”.

“Giovedì gli scontri più duri si sono registrati negli stati andini di Tachira e Merida, mentre mercoledì notte è stata Caracas a vedere uno dei peggiori picchi di violenza dall’inizio delle rivolte. Alcuni manifestanti denunciano violenze terribili da parte della polizia. Due ragazzi, di 21 e 25 anni, hanno raccontato al El Mundo di essere stati trattenuti dalla polizia per 60 ore prima di comparire davanti al giudice. I due hanno riferito di essere stati pestati più volte e di essere stati violentati con le canne dei fucili. I riflettori sono però puntati per lo più sul leader dei ribelli Leopoldo Lopez, che dopo cinque giorni di latitanza si è arreso alle guardie e che rischia 10 anni di carcere, con l’accusa di terrorismo e di omicidio. Lopez è detenuto nel carcere fuori Caracas, controllato dai militari. D’altro canto i sostenitori di Maduro accusano una parte dell’opposizione di star manovrando gli studenti e di aver lanciato una campagna terroristica di ‘matrice fascista’”.

(Foto LaPresse)

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