ROMA – Si chiama villa Rodella ed è a Cinto Euganeo. E’ la villa dell’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan. Non esattamente una casetta: 1500 metri quadri, con tanto di parco, fontane e persino una gabbia per pappagalli.
Soprattutto è la villa per cui, secondo i magistrati che accusano Galan nell’inchiesta sul Mose, sarebbero stati fatti i lavori di manutenzione senza spendere neppure un euro. Come? Con un sistema di sovrafatturazione dei lavori per il Mose. Ovvero si gonfiavano i prezzi per l’appalto e si dirottavano le “eccedenze” su opere decisamente meno pubbliche come la villa di Galan.
Così Repubblica descrive villa Rodella:
Ha una superficie di 1500 mq, un parco immenso con cipressi, una chiesa privata, viti, fontane in pietra, una gabbia con pappagalli, una mucca e un agnello finti a grandezza naturale, 7 macchine parcheggiate tra cui una jeep militare. «Il signor Galan e la signora Sandra non sono in casa», dice una voce al citofono, poco dopo che una berlina scura è entrata nel cancello.
Secondo i pm questo capolavoro di ristrutturazione dello studio di architettura Tecnostudio srl di Danilo Turato, realizzato nel 2007-2008 nell’edificio principale e nel 2011 nella barchessa (il corpo laterale, dipinto di rosa), è stato finanziato, per 1 mi- lione e 100 mila euro, dalla Mantovani di Piergiorgio Baita, grazie a un sistema di sovraffatturazioni. Lo racconta il presidente stesso, durante due interrogatori: «Galan mi ha chiesto se potevo venirgli incontro con le parcelle di Turato. La cosa cominciò così e va avanti dal 2009». L’anno dopo però l’ex governatore del Veneto diventa ministro nel governo Berlusconi: «A quel punto mi fa sapere che aveva pensato di fare un agriturismo sulla barchessa e che bisognava dare un’ulteriore mano». Una mano costata 1,1 milioni di euro.
Foto internet-Ansa- LaPresse
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