Vladimir Luxuria e la foto di quando era Wladimiro: “Mai dimenticare chi ero, le botte e gli insulti”

ROMA – Vladimir Luxuria pubblica una foto di quando era ancora Wladimiro Guadagno, un giovane studente pugliese, e scrive: “Mai dimenticare chi ero ieri per capire meglio chi sono oggi, mai dimenticare i lividi delle botte sul viso e le ferite del dolore sul cuore per gli insulti e le porte sbattute in faccia: queste cicatrici sono medaglie alla resistenza di chi non si arrende e continua a credere nella principale libertà: essere se stessi”.

Il gesto della attivista Lgtb, ex deputata di Rifondazione Comunista, arriva in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia. Nata a Foggia nel 1965, Luxuria si è trasferita a Roma a vent’anni per studiare Lingue e Letterature straniere alla Sapienza. In quegli anni è iniziato il suo attivismo nel mondo gay, con le esibizioni al Piper e l’organizzazione del primo Gay Pride in Italia. 

I dati pubblicati dalle Nazioni Unite in occasione di questa Giornata mostrano come la stigmatizzazione contro le comunità Lgbt sia ancora molto forte nel mondo, come dimostrano legislazioni che puniscono l’omosessualità anche con la pena di morte. Tutto questo alimenta un clima di paura che mina anche l’efficacia della prevenzione dell’aids. 

Oltre 65 Paesi nel mondo condannano ancora le relazioni tra persone dello stesso sesso, e otto Paesi arrivano a punire i ‘colpevoli’ con la pena di morte.

Secondo i dati Onu gli uomini che hanno rapporti con altri uomini sono 28 volte più a rischio di contrarre l’hiv della popolazione generale e molto meno inclini a ricorrere ai servizi sanitari. Nel 2017 i gay hanno rappresentato il 18% delle nuove infezioni di aids registrate nel mondo. Così come sono a rischio le persone transgender che si stima siano tra lo 0,1 all’1,1% della popolazione mondiale. Tra loro le donne transgender corrono il rischio 13 volte maggiore delle altre di contrarre l’aids e il 16,5% di loro già convive con la malattia.

“E’ indispensabile dunque che chiunque possa accedere ai servizi sociali e sanitari senza temere minacce, violenze e discriminazioni – ha dichiarato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – le minoranze sessuali infatti hanno gli stessi diritti di accedere ai servizi sanitari di chiunque altro”. (Fonti: Ansa, Instagram)

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