Wall Street fear: sinistre analogie fra Grande Recessione e Grande Depressione

NEW YORK – Vista dalla curva dell’indice Dow Jones della borsa di Wall Street, la Grande Recessione (2012-2014) presenta una sinistra somiglianza con la Grande Depressione (1928-1929). Si legge su Lookout news:

Da alcuni mesi gira tra gli operatori di Wall Street questo grafico (sotto) che mette a confronto l’andamento dell’indice Dow Jones registrato durante la Grande Depressione (1928-1929) e quello osservato negli ultimi due anni della Grande Recessione (2012-2014). Secondo le due serie storiche la correlazione, cioè il movimento sincronico che sembra caratterizzare l’andamento dell’indice Dow Jones nei due periodi considerati, appare rafforzarsi al passare di ogni nuova settimana. In questa prospettiva, i prossimi due mesi potrebbero consegnarci uno scenario come quello del grande panico di Wall Street: caduta verticale dei corsi azionari, fallimenti a catena, corse agli sportelli bancari e quant’altro si è evocato a proposito del grande crollo azionario.

Lo scetticismo iniziale che ha accolto questa elaborazione è stato col passare del tempo sostituito da una crescente apprensione, se non timore per ciò che potrebbe accadere tra qualche settimana. Dobbiamo prepararci al peggio? È possibile fare comunque alcune considerazioni.

Ci sono, tuttavia, una serie di ragioni per dire “stop al panico”. Lookout news le elenca:

“il valore dell’indice Dow Jones considerato nelle due serie storiche, indicato sull’asse delle ordinate (l’asse verticale del grafico) è completamente diverso. Come si può facilmente osservare, a sinistra la scala sulle ordinate, che si riferisce ai movimenti correnti dell’indice di borsa, ha valori compresi tra 12.400 e 17.200, mentre la scala a destra, che si riferisce ai movimenti del Dow Jones registrati nel biennio 1928-1929, ha valori compresi tra 200 e 400.

Questa differenza è molto rilevante per un problema di scala: le variazioni massime nel valore dell’indice azionario registrate nel biennio della Grande Depressione sono state di circa il 100%, mentre quelle rilevate negli ultimi due anni hanno avuto un’ampiezza massima vicina al 30%”.

e inoltre:

nella Grande Recessione la Federal Reserve (FED) si è comportata in modo opposto a quanto accaduto durante la Grande Depressione. Nel biennio 1928-1929 si ebbero politiche monetarie restrittive. Negli scorsi anni la FED ha, viceversa, immesso nell’economia americana oltre 4mila miliardi di dollari, attraverso operazioni di riacquisto di titoli sui mercati secondari (quantitative easing), e ha portato a zero i tassi d’interesse. Janet Yellen, la neo presidete della FED, è una keynesiana convinta e non esiterebbe a usare tutte le armi a sua disposizione per evitare una nuova recessione all’economia statunitense”.

In ogni caso c’è chi su un ribasso deciso di Wall Street ha puntato le sue fiches:

“famosi analisti, finanzieri, gestori di hedge-fund e speculative-fund sembrano scommettere su un prossimo riaggiustamento del Dow Jones e si sono riposizionati in tal senso sui mercati, magari sottoscrivendo delle cospicue scommesse sui mercati dei derivati OTC.

Che fare? Secondo Thomas De Mark, uno dei più accreditati guru di Wall Street, se l’indice S&P500, attualmente a 1.843,59, dovesse scendere sotto quota di 1.762, allora Wall Street sarebbe nel mezzo di una rovinosa caduta.

Nota di chiusura. Se dovessero aver ragione gli speculatori, chi pagherà i conti delle banche, le solite Too Big To Fail, che come tutti sanno non hanno una struttura patrimoniale adeguata e sono piene di derivati?”

Wall Street fear: sinistre analogie fra Grande Recessione e Grande Depressione
Il grafico che mette a confronto l’andamento del Dow Jones nel biennio 2012-14 (Grande Recessione) e nel 1928-29 (Grande Depressione)
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