NEW YORK – Accusato di pedofilia per vendetta. E minacciato con un biglietto voodoo. L’ultimo capitolo della saga familiare Woody Allen-Mia Farrow è quasi più pesante della lettera-confessione di Dylan Farrow, la figlia di 27 anni del regista e dell’attrice.
Tra Mia e Woody non c’è solo Dylan, ma anche Moses, un altro figlio adottivo della coppia. E’ lui a sostenere che la madre voglia solo danneggiare l’uomo che la tradì con la figlia adottiva (di Mia Farrow e del precedente marito André Previn) Soon-Yi. A questa tesi la sorella Dylan ha risposto con un lapidario: “Per me mio fratello è morto”.
Ad avvalorare la tesi di Moses spunta un‘intervista rilasciata da Allen nel 1992. All’epoca il regista aveva mostrato anche un bigliettino che le aveva mandato Mia Farrow: c’era la foto dei figli con delle frecce, tipo bamboline voodoo, dicendo che poco dopo la stessa Farrow lo aveva minacciato: “Tu hai preso mia figlia, io ti porterò via i tuoi”.
Poche settimane dopo l’attrice lo accusò di molestie sessuali nei confronti della figlia Dylan. Ma non ci fu alcun processo. La cosa finì nel dimenticatoio fino a quando Ronan, altro figlio della coppia, ha twittato, pochi giorni fa: “Ho perso il tributo a Woody Allen:
“Hanno messo prima o dopo Annie Hall la parte in cui una donna ha pubblicamente confermato che la ha molestata quando aveva sette anni?”.
A quel punto Dylan ha scritto al New York Times, raccontando la propria versione:
“Qual è il vostro film preferito di Woody Allen? Prima di rispondere dovreste sapere che quando avevo sette anni, Woody Allen mi prese per mano e mi portò in una piccola soffitta al primo piano di casa nostra, mi disse di stendermi e di giocare con il trenino di mio fratello. Quindi abusò sessualmente di me, e mi parlò mentre lo faceva, sussurrandomi che ero una brava bambina, che questo sarebbe stato il nostro segreto, e mi promise che saremmo andati insieme a Parigi e io sarei stata una grande attrice nei suoi film. Ricordo che fissai quel trenino girare in tondo lì in soffitta, e ancora oggi mi viene difficile guardare i trenini”.
Giovedì 6 febbraio il New York Times ha annunciato che Allen ha contattato la redazione chiedendo di poter replicare.
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