“Angelino mi ha combinato un casino”: Berlusconi su Alfano e la kazaka deportata

"Angelino mi ha combinato un casino": Berlusconi su Alfano e la kazaka deportata
Angelino Alfano: “Ha combinato un casino” avrebbe detto Berlusconi

Angelino mi ha combinato un casino”,

avrebbe detto Berlusconi di Angelino Alfano, ministro dell’Interno, vice presidente del Consiglio e segretario del Pdl.

La frase intera, come riportata da Francesco Bei su Repubblica è:

“Con questa faccenda del Kazakhstan Angelino mi ha combinato un casino proprio quando ne avevo meno bisogno”.

Secondo Francesco Bei, Berlusconi si sarebbe sfogato sabato sera al telefono con un esponente di primo livello del suo partito, che, direttamente o indirettamente, ha trovato il modo di fare arrivare l’indiscrezione al giornalista.

Anche se puzza un po’ di polpetta per far emergere un distinguo tra Berlusconi e Alfano e anche per allontanare da Berlusconi il sospetto che dietro la deportazione  di Alma Shalabayeva ci fosse proprio la sua spinta, la storia è verosimile, perché Berlusconi è del genere che i suoi li difende sempre, salvo poi digrignare i denti quando è chiuso fra quattro mura.

Scrive Francesco Bei che Berlusconi è

“piuttosto irritato con il segretario del Pdl per la grande fibrillazione che lo scandalo Shalabayeva ha portato nella maggioranza. In un momento in cui tutto vuole il Cavaliere tranne che terremotare il quadro politico”

mentre in Italia tutti tremano al pensiero della sentenza della Corte di Cassazione del 30 – 31 luglio su uno dei tanti processi a carico di Berlusconi.

La strategia low profile di Berlusconi, scrive Francesco Bei,

“ha rischiato di saltare definitivamente con il caso Shalabayeva. Quando per salvare «Angelino» il Pdl è stato costretto ad agitare la minaccia di una crisi di governo che Berlusconi assolutamente vorrebbe evitare. È per questa ragione che il Cavaliere ha ordinato ai falchi di tacere, di non fare nulla, di non provocare scosse finché non sarà più chiaro il suo destino processuale”.

In questo quadro,

“risponde proprio a questo imperativo anche l’ultima uscita di Renato Brunetta: l’apparente rilancio sulla sfida avanzata da Guglielmo Epifani per arrivare a un «tagliando» del governo a settembre”,

in altre parole

“un rimpasto per far fuori Alfano. Così Renato Brunetta ha lanciato il suo avvertimento al Pd: se chiedete un rimpasto, sappiate che saremo noi a pretendere più peso nel governo, una rappresentanza pari almeno alla vostra dato che abbiamo preso quasi gli stessi voti. E la questione rimpasto è immediatamente sparita dal tavolo, anche per espressa volontà di Enrico Letta che non aveva fatto mistero di considerarla un inutile elemento di fibrillazione”.

 

 

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