Barbara Spinelli e l’autoaffondamento del cittadino

Il suicidio studiato nell’800 da Emile Durkheim è l’autoaffondamento del cittadino cui sono strappati non solo i diritti ma gli obblighi stessi della cittadinanza: la libera sottomissione alla necessità del lavoro, il sentirsi parte di una società, di un ordine professionale, di un sindacato che includa e integri. A differenza del suicidio intimista, o dell’immolazione altruista, Durkheim lo chiama suicidio anomico. La sua radice è nell’anomia: nello svanire di norme che ogni crisi comporta. Nell’impunità di cui godono gli iniziati che di norme fanno a meno. In quest’anomia viviamo, senza più gli avvocati dell’individuo che sono stati i sindacati, gli ordini professionali, le chiese, i partiti. La corruzione di questi ultimi è una manna, per chi vuol fare un deserto e chiamarlo pace.

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