Governo Bersani: di tutto, di più

A leggere le anticipazioni (più che altro intenzioni), il governo di Pier Luigi I che verrà (se mai verrà) dovrebbe rappresentare una sorta di magico passaggio da Gotham City a Shangri-La, dal buio alla luce, dall’inciviltà politica alla civiltà sociale: un governo stellare – altro che cinque, di stelle. Perciò, vista la difficoltà e forse avvertita l’impossibilità, è gara a chi piazza il più improbabile nome di ministro, chi azzarda la più scombinata fantasia, chi propone la candidatura più irrealizzabile. Quasi un gioco di società dove l’ostinato Bersani fa mezza apertura, qualche ganzo del suo partito la completa, i forum la moltiplicano, la società civile si scatena (la società civile si scatena sempre: non si tiene, signora mia, non si tiene…).

[…] Così, in un fiorire un po’ sognante e un po’ per testare la capacità di resistenza dei finora incustoditi e illibati grillini (che ingenuamente potrebbero accettare caramelle dagli sconosciuti), grandine di nomi sulle pagine dei giornali, da don Ciotti a Saviano, Gino Strada e Cecchi Paone, Carlìn Petrini e il sempre presente Stefano Rodotà (quasi quasi come Emma Bonino: categoria “gli imprescindibili”), lo storico Gotor e la filosofa Michela Marzano che vive in Francia (e allora?), e appena appena sfiorare il più ambìto, la speranza somma, quello del professor Zagrebelsky: ci si sente catturati in un reticolato – chi con speranza, chi in estasi, chi in preda agli incubi. Ma soprattutto un nome ne tira un altro, e un altro un altro ancora, così che se fino alle elezioni tutti erano un po’ tecnici della nazionale, adesso tutti si scoprono un po’ incaricati della formazione del governo nazionale.

Stefano Di Michele, “Bersani si fa il governo Shangri-La”, su Il Foglio, 20 Marzo 2013.

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